Il giovane esiliato in Russia mette in guardia sull’utilizzo dell’app di messaggistica considerata insicura e a rischio monitoraggio
Lo sappiamo: Edward Snowden non è tra i fan di Google. La notizia è che non vede di buon occhio nemmeno l’ultima arrivata nel mondo delle cosiddette G Apps, ovvero Allo. Il motivo sarebbe il carattere di insicurezza che il software porterebbe con sé, prima di tutto la mancanza della crittografia end-to-end, introdotta poco tempo fa da WhatsApp e già integrata in Telegram, a meno che di inviare i messaggi nella modalità Incognito, non attivata di default. Il ragazzo ha dunque avvisato il mondo di teenager pronti a invadere di emoticons e adesivi l’applicazione di Google, di andarci cauti con Allo, almeno per il momento.
Google’s decision to disable end-to-end encryption by default in its new #Allo chat app is dangerous, and makes it unsafe. Avoid it for now.
— Edward Snowden (@Snowden) 19 maggio 2016
Mancanza di sicurezza
Sebbene la compagnia di Alphabet abbia inserito novità interessanti nella sua piattaforma di messaggistica, fin quando non deciderà di introdurre la crittografia end-to-end, rimarrà un passo indietro alle dirette concorrenti, almeno per quanto riguarda la protezione della privacy. Tra le caratteristiche di Allo c’è la presenza di un assistente virtuale più avanzato, in grado di interagire con i messaggi ricevuti e inviati e con il resto delle app presenti nel servizio, dalle mail alla navigazione sul web. Eppure proprio nei giorni scorsi, il colosso di Mountain View aveva spiegato come Allo sarà diversa da Hangouts proprio per alcune peculiarità, come la presenza di un sistema avanzato di protezione della privacy. La disattivazione della funzione, che può essere abilitata in un secondo momento, non sembra seguire la linea propositiva dettata in partenza; un dietrofront che un ossessionato della privacy, come Snowden, non ha potuto tollerare.