WhatsApp è stato bloccato 72 ore in Brasile per non aver aiutato le indagini sul traffico di droga
Il rapporto fra WhatsApp e le autorità brasiliane è decisamente conflittuale. Poco tempo dopo l’introduzione della crittografia end-to-end, l’app di messaggistica più popolare al mondo è stata infatti bloccata per 72 ore da parte di una corte locale. Il giudice Marcel Montalvao, del tribunale di Lagarto, ha imposto il provvedimento a causa del mancato supporto da parte del servizio di proprietà di Facebook per alcune indagini sul traffico di droga.
Montalvao è lo stesso giudice che qualche tempo fa ha richiesto il fermo Diego Dzodan, vicepresidente di Facebook per l’America Latina. L’operazione di blocco di WhatsApp, che presto integrerà una segreteria telefonica, è già stata notificata alle maggiori compagnie telefoniche del Brasile (TIM, Oi, Vivo, Claro e Nextel) che hanno comunicato la loro adesione. In caso contrario queste aziende sarebbero soggette a una multa giornaliera di circa 150mila euro. In passato WhatsApp era stato bloccato per 48 ore per non aver eliminato alcune foto pedopornografiche al centro di un’indagine del 2013.
Il caso di WhatsApp è molto simile a quello di Apple. Il colosso di Cupertino si era rifiutato di fornire all’Fbi l’accesso all’iPhone dell’attentatore della strage di San Bernardino e aveva ottenuto il sostegno di molte aziende del web. Il bureau è poi riuscito a sbloccare il dispositivo grazie all’aiuto di alcuni hacker che sono stati lautamente retribuiti per questa operazione.