The FabLab, se il futuro appartiene… a chi lo fa

Breve visita al Fabrication Laboratory di Via Santa Marta a Milano, dove la rivoluzione digitale si fa con l’artigianato di nuova generazione e la formazione nelle scuole, per preparare i giovani a un futuro sempre più all’insegna della rete e della relazione

I FabLab – Fabrication Laboratories – sono una delle ultime declinazioni della cosiddetta “rivoluzione digitale”, all’insegna dell’unione di tecnologia e manifattura. L’idea in origine nasce a inizio anni 2000 al prestigiosissimo Mit di Boston, e un decennio più tardi arriva anche in Italia e in altri paesi. A Milano, Data Manager ha visitato il laboratorio di The FabLab e incontrato il co-founder e president Massimo Temporelli. “Il nostro FabLab si occupa di tecnologie che vanno dalla stampa 3D al taglio laser, dalla fresa a controllo numerico all’elettronica programmabile e alla robotica. Utilizzando queste tecnologie, siamo in grado di realizzare diversi progetti, tra cui alcuni su commissione da parte di importanti aziende. Tipicamente si tratta di colossi come Citroën e Samsung, o all’estremo opposto di piccole e piccolissime realtà”. Questo laboratorio nasce nel 2013 in via Santa Marta, nel cuore di Milano, a due passi dal Duomo.

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Oltre alla fabbricazione digitale, The FabLab propone corsi di digital education per le scuole, corsi professionali e rivolti alle aziende, offre supporto nelle fasi di progettazione e design di prodotti innovativi e svolge attività di consulting. In particolare, The FabLab coordina l’Osservatorio Nazionale per Digital Fabrication. “Pensiamo che sia ugualmente importante l’innovazione tecnologica e la riflessione culturale su di essa, ovvero interrogarsi sul modo in cui la rivoluzione digitale può esprimere un valore per migliorare la vita dell’uomo”, spiega Temporelli. Laureato in Fisica, autore di libri, conduttore di programmi televisivi e divulgatore scientifico, il suo sguardo sembra in effetti più quello di un umanista che di uno scienziato puro. Droni, materiali innovativi, rete Internet e Internet of Things, formazione dei giovani e collegamenti con il mondo del lavoro e poi molto altro… Il futuro sembra davvero eccitante per chi si occupa di bit e materia, di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni.

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La sfida più ardua è forse (ri)mettere l’uomo e la società al centro della tecnologia, evitando un’innovazione solo fine a se stessa. “Quando lavoravo come esperto di divulgazione all’interno dei musei mi sono reso conto che c’è un gran bisogno di dare un senso profondo, direi quasi filosofico, all’idea di sviluppo e al concetto stesso di innovazione. Per me, la scienza è importante se produce contaminazioni positive con altri campi, se crea lavoro e occupazione, e in generale se è utile al progresso della società. Penso che il futuro sia all’insegna dell’unione in rete di tutto ciò che è ‘intelligente’, come la storia stessa dell’Universo ci insegna. Tutto diventerà sempre più collegato, e il successo di singoli individui o di aziende dipenderà dalla capacità di sfruttare i fili invisibili della relazione”. A breve, The FabLab aprirà inoltre un nuovo spazio al Talent Garden in via Calabiana, sempre a Milano, per espandere la propria attività e moltiplicare ulteriormente i fili che lo collegano alla società e al business…

Videointervista a Massimo Temporelli, co-founder e president The FabLab di Milano

massimo temporelli