PSD2, un’opportunità di crescita per il comparto dei servizi finanziari

psd2

Una ricerca qualitativa condotta per conto di CA Technologies analizza l’impatto sul mercato dei pagamenti digitali e le possibili implicazioni per banche, telco e retail

Secondo uno studio condotto sul territorio europeo da Finextra Research per conto di CA Technologies, le istituzioni europee appartenenti al settore dei servizi finanziari percepirebbero la nuova direttiva dell’Unione Europea (UE) sui pagamenti elettronici (Payment Services Directive 2 – PSD2) come opportunità di crescita del business e non solo come obbligo di legge.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La ricerca “Preparing for PSD2: exploring the business and technology implications of the new payment services directive” curata da Finextra ha rivelato che i fornitori di servizi di pagamento — banche tradizionali, imprese Fintech, operatori di telecomunicazioni ed eventuali soggetti terzi prestatori (chiamati anche TPP – Third Party Providers – dall’acronimo inglese) — vedrebbero la PSD 2 non solo come obbligo normativo ma anche come volano per sviluppare prodotti e servizi finanziari innovativi, offrire una customer experience sicura e agevole durante le operazioni di pagamento e incrementare il fatturato.

Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia, ha dichiarato: “Gli esperti che hanno collaborato a questa ricerca concordano che l’adesione alla direttiva PSD2, unita a uno spirito di collaborazione tra le parti coinvolte e alla capacità di offrire un’eccezionale customer experience, sarà la chiave per tramutare un obbligo di legge in un’occasione di guadagno. Convinti che la PSD 2 sortirà un effetto trasformativo, intravedono delle opportunità per lo sviluppo di nuove linee di attività, modelli operativi e offerte per la clientela. Dal loro punto di vista, questa ‘sarà foriera di innovazione’, ‘rivoluzionerà le modalità del retail banking’ e ‘amplierà le possibilità di scelta da parte dei clienti’ ”.

Attraverso un’opera di standardizzazione e protezione delle modalità di esecuzione dei pagamenti digitali, la direttiva PSD 2 renderà più sicure le transazioni, rafforzerà la tutela dei consumatori, agevolerà i pagamenti elettronici e stimolerà una riduzione delle tariffe. La nuova direttiva, che è stata pubblicata nel gennaio di quest’anno sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea e dovrà essere attuata entro l’inizio del 2018, sollecita le banche a concedere ai TPP un accesso sicuro ai conti dei clienti sulla base della disponibilità di informazioni relative ai conti di pagamento, contribuendo a realizzare un mercato europeo dei pagamenti più efficiente e a creare un adeguato “level playing field” – ovvero condizioni di parità per i diversi prestatori di servizi di pagamento.

Nonostante alcuni pareri discordanti circa l’effettiva novità della PSD2, le organizzazioni finanziarie europee sono comunque concordi nel considerare la direttiva come una opportunità e non solo come obbligo normativo.

Alessandro Bocca, Head of Acquiring (Online & Retail) presso il Gruppo Banca Sella, vede nella PSD 2 un’occasione favorevole su cui la banca può far leva per arricchire ulteriormente la propria offerta di pagamenti. “Il più delle volte il sistema bancario non è riuscito a tenere il passo con le esigenze di pagamento degli esercenti,” ha rilevato. “In Italia siamo stati noi i primi gateway a integrare i pagamenti Sofort. Non ci limitiamo alle carte; se un cliente vuole usare un PSP Sofort anziché pagare direttamente dal portale della propria banca, noi gliene forniamo i mezzi. Cerchiamo sempre di metterci al loro servizio; se ciò significa accogliere anche prestatori di servizi quali Sofort, ben vengano. Il mercato dei pagamenti sta cambiando quindi la banca deve cambiare per rimanere competitiva sul fronte dei pagamenti”.

Leggi anche:  Open Banking: crescono del 49,2% gli italiani con almeno un conto connesso

Anche CheBanca! intravede nella direttiva PSD2 l’opportunità di acquisire nuovi clienti, come spiega Roberto Ferrari, Direttore Generale. “Noi crediamo nel concetto di open access e open banking, perciò riteniamo che questa sia una buona occasione per proporci come account information service provider o persino come payment initiation service provider. In realtà operiamo in questo modo già da qualche tempo,” spiega Ferrari. “Poco più di un anno fa abbiamo lanciato un nuovo portafoglio digitale – chiamato WoW (Wallet of Wallets) – che si muove esattamente in questa direzione. È un servizio aperto a qualsiasi carta di credito e prepagata – non solo alle nostre. Stiamo iniziando a muoverci in questo senso e sarà interessante vedere se si apriranno nuove opportunità”.

La direttiva PSD2 offre alle banche notevoli prospettive di guadagno. Jurgen Vroegh, Global Head della divisione Payments di ING, riconosce l’importanza della PSD2 per gli istituti di credito. “La PSD2 è una tappa cruciale sulla via verso un mercato aperto dei servizi finanziari,” afferma. “È il vero agente di discontinuità di questo decennio, un’occasione per ripensare i propri modelli di business e trasformarli in un servizio migliore alla clientela – facendo rete con i nuovi operatori, adottando nuove tecnologie e imparando dai concorrenti più agili”.

Molti ammettono che la nuova norma presuppone una forte attenzione alla trasformazione e all’innovazione. Secondo la banca olandese ABN AMRO, “Stanno nascendo moltissime opportunità come ad esempio la realizzazione di una piattaforma bancaria aperta e sicura, operare da marketplace per gli operatori Fintech e lo sviluppo di nuovi servizi finanziari”. In Italia anche Iccrea Holding ha confermato che la PSD2 è una delle principali priorità per la banca.

La ricerca analizza gli effetti della direttiva PSD2 sugli attori interessati

Pur essendo ancora parzialmente in discussione l’effettiva rapidità dei cambiamenti introdotti dalla PSD2, le banche – sia quelle nuove che quelle tradizionali – riconoscono che la direttiva potrebbe influenzare profondamente il modo in cui erogare servizi ai clienti.

Ugo Bechis, e-Payment e SEPA Advisor per UB Adv, ritiene essenziale non perdere di vista ciò che è rilevante per il cliente: “La chiave sta nel fungere da entry point per il cliente – da punto d’accesso al resto della banca, al sistema di pagamento e agli strumenti di pagamento”. Bechis evidenzia l’analogia con la transizione di Paypal a un modello aperto e agnostico dal punto di vista degli strumenti di pagamento e aggiunge: “Richiede un cambiamento di strategia da parte delle banche, con il conseguente passaggio a un modello d’impresa non ancora maturo. Di fatto le banche vogliono ancora che venga utilizzato il loro strumento di pagamento, e si preoccupano sia di vendere che di emettere prodotti. Non sono ancora arrivate al punto di assumere il ruolo di facilitatori d’accesso agli strumenti di altre banche”.

Secondo Iccrea Holding, la PSD2 modificherà in maniera sostanziale, e “presto”,  il mercato europeo dei pagamenti. “Saranno i nuovi attori non bancari a trasformare completamente il contesto,” afferma la banca, che vede nella direttiva PSD2 sia un’opportunità che una sfida.

Per Ferrari di CheBanca!, invece, il potenziale ingresso dei GAFA – Google, Amazon, Facebook e Apple – nell’arena finanziaria sulla scia tracciata dalla direttiva PSD2 costituisce una delle principali sfide per gli attuali player. “Sono piuttosto sicuro che dovranno decidere entro il 2018 se convenga loro proporsi come TPP (ndr ‘terzi prestatori’) – account information service provider o payment initiation service provider,” spiega Ferrari. “Questo potrebbe aprire la strada a una tipologia di concorrenza molto più forte e potente di quanto le banche non abbiano dovuto fronteggiare finora. Un conto è sfidare gli istituti di pagamento, un altro è competere con società quali Google o Amazon”.

Leggi anche:  Blockchain e finance, l’impatto sui pagamenti globali

Sempre secondo Ferrari queste multinazionali scenderanno in campo non appena vedranno un importante mercato diventare accessibile a un costo trascurabile. “Curano già alcuni progetti in ambito finanziario. Che poi decidano o meno di cogliere questa occasione è un’altra questione – ma ciò non toglie che si configuri una potenziale minaccia. Credo che decideranno in senso affermativo se la direttiva ne faciliterà al massimo l’attuazione – se vi saranno davvero degli standard pan-europei per le API su cui potersi velocemente organizzare operando in tutti i Paesi. Quanto più standardizzata sarà l’attuazione della PSD2, tanto più probabile sarà il loro ingresso in campo”.

Secondo lo studio condotto da Finextra per CA Technologies, il pagamento sicuro attraverso conti bancari affidabili è un catalizzatore per la proliferazione di prestatori di servizi di pagamento (Payment Service Provider – PSP) che potrebbe aprire il campo a nuovi concorrenti, stimolare l’innovazione e semplificare l’interazione fra banche e PSP. Georg Schardt, amministratore delegato della PSP tedesca Sofort, non esita a definire la PSD2 come “caposaldo dell’attività di Sofort”. “La PSD 2 sosterrà la nostra espansione internazionale, convalidandola con la certezza del diritto. Questa direttiva ci offrirà la possibilità di crescere ancora più energicamente in tutto il territorio europeo”.

Un’altra community fortemente interessata è quella delle Fintech. Con l’entrata in vigore della PSD2, queste imprese avranno la possibilità di aiutare le banche tradizionali a innovare e creare nuove fonti di gettito, migliorando anche l’offerta alla clientela.

Con la PSD2, inoltre, le telco e i retailer potranno offrire piattaforme proprie di pagamento, ridurre le commissioni sulle operazioni bancarie, consolidare i rapporti con i clienti e proporsi come prestatori di identità.

Si discute anche se i retailer online non vogliano approfittare della PSD2 per estendere i loro servizi di pagamento o spingersi addirittura nel settore delle attività bancarie.

L’IT è la leva del cambiamento per l’allineamento alla PSD2

Stando allo studio, diversi soggetti bancari e prestatori terzi – i cosidetti TTP – avrebbero già iniziato il percorso necessario per conformarsi alla direttiva PSD2. Nonostante l’incertezza riguardante le norme tecniche d’attuazione, è chiaro che l’organizzazione IT avrà un ruolo centrale da svolgere come portatore di questo cambiamento a livello aziendale.

La PSD2 costringerà le banche a facilitare l’accesso ai conti dei clienti e a offrire informazioni sui conti bancari, previo consenso dei correntisti, alle app di terze parti. Molti dei soggetti interpellati caldeggiano, ad esempio, l’impiego di API (Application Programming Interface) per concedere ai terzi l’accesso alle informazioni sui conti.

CheBanca! ha avviato la trasformazione della propria architettura digitale e ha già sviluppato più di 700 API che le consentiranno di trarre vantaggio anche dalla direttiva PSD2, osserva Ferrari.

“Le API sono il nuovo elemento chiave nella comunicazione tra banche e terzi prestatori,” afferma Wolff della divisione Transaction Services & Financial Institutions della Commerzbank. “Pur essendo noi presenti in tutto il mondo, preferiremmo comunque un’interfaccia pan-europea”.

Non sorprende che le nuove banche — prive di vincoli storici e generalmente munite di API — padroneggino la sfida rappresentata dalle API aperte. “Accogliamo con favore il passaggio alla PSD2. Già da qualche anno lavoriamo sull’open banking e sulle API aperte, in linea con la nostra filosofia di banca aperta,” spiega Sophie Guibaud, Vice President European Expansion di Fidor, challenger bank tedesca.

Leggi anche:  Sfide e strategie dell'integrazione tecnologica nelle fusioni e acquisizioni bancarie

Anche Mark Henkel, co-fondatore del PSP tedesco Paymill, è un sostenitore del modello basato sulle API: “Il panorama delle API aperte schiude altre opportunità – non soltanto per la security, ma anche per altri prodotti”. Paymill utilizza già da quattro anni una API aperta, tanto da spingere Henkel ad affermare che sempre più banche sono avviate su questa strada. “Le banche stanno acquisendo una mentalità informatica più moderna; si rivolgono ai nostri specialisti IT per capire come procedere,” aggiunge Henkel. “In passato, i reparti IT non dialogavano con chi si occupava dei prodotti, perciò già questa apertura rappresenta una grande novità per il mercato”.

Sarà necessaria la cosiddetta ‘strong authentication’, ovvero un’autenticazione a due fattori, per appurare l’identità del fruitore di un servizio di pagamento o di un’operazione: la maggior parte delle banche ha dichiarato che si allineerà ai requisiti della direttiva PSD2 una volta resi noti. “Aderiamo a tutto quello che ci permette di offrire ai clienti la massima sicurezza,” ribadisce Tomas Peeters, Head of Strategy della banca online tedesca ING-DiBa.

È opinione generale che qualsiasi player voglia prepararsi per tempo debba agire subito.

Il rapporto Finextra commissionato da CA Technologies contiene cinque raccomandazioni sulla PSD2 rivolte a banche e soggetti terzi prestatori:

  1. Partecipare, far sentire la propria voce, esprimere eventuali perplessità e contribuite alla creazione di soluzioni

Solo partecipando alle fasi di consultazione a livello europeo e alle iniziative nazionali organizzate a scopo orientativo sarà possibile dar voce alle diverse opinioni e contribuire all’individuazione di una risoluzione accettabile dei nodi in sospeso.

  1. Elaborare subito una strategia PSD2 per ottenere un ritorno sugli investimenti

Il calendario previsto per l’attuazione della PSD2 sarà anche ambizioso, ma non potrà slittare più di tanto. Rimandare una valutazione delle possibili scelte strategiche non gioverà, a quel punto tutti gli attori potranno far leva sulla PSD2 per sviluppare nuovi modelli di business e generare maggiori ricavi. I soggetti con grandi basi clienti – non solo banche ma anche retail e telco – devono agire rapidamente e analizzare le opportunità.

  1. Partire subito con la sperimentazione

Molti sostengono che le banche manchino dell’approccio agile e iterativo degli operatori Fintech. È giunto il momento di sperimentare prodotti e servizi nuovi che potrebbero trovare terreno fertile nel contesto della PSD2. Se dovessero andar male, meglio capirlo subito.

  1. Identificare e risolvere possibili criticità derivanti dalla necessità di fornire API aperte

Sebbene la direttiva PSD2 non parli espressamente di API, ed è poco probabile che le norme tecniche indichino le modalità di accesso ai conti, tutto il settore sembra convinto che il futuro appartenga alle API. Sarà fondamentale capire il possibile impatto dell’utilizzo di API aperte sulla governance e sull’infrastruttura IT, individuare eventuali carenze e le soluzioni per porvi rimedio, e magari gettare anche lo sguardo oltre la PSD2 per cercare di creare nuovi fonti di ricavi.

  1. Adottare un approccio collaborativo per far nascere nuovi ecosistemi a vantaggio dei clienti

La direttiva PSD 2 scatenerà una notevole concorrenza sul mercato; oltre ad assumere una visione realistica, però, gli operatori dovranno anche allearsi e collaborare per offrire ai clienti prodotti e servizi innovativi.