Microsoft approva il Privacy Shield, il nuovo accordo fra USA e Europa sullo scambio di dati tra le due sponde dell’Atlantico
Lo scandalo Datagate ha profondamente minato la fiducia nei confronti delle autorità governative statunitensi e la vicenda fra l’Fbi ed Apple per lo sblocco dell’iPhone dell’attentatore di San Bernardino non ha fatto che peggiorare la situazione. Nell’ottobre scorso la Corte di giustizia europea ha affermato che il Safe Harbor, l’accordo che regola lo scambio di dati fra Stati Uniti e Vecchio Continente, non era più valido. A fine febbraio la Commissione Ue ha presentato un nuovo accordo chiamato Privacy Shield, il cui obiettivo è proprio quello di proteggere i cittadini europei dall’occhio indiscreto delle agenzie governative americane. Il documento non è stato ancora ratificato dalla Corte di giustizia Ue ma Microsoft si dice già pronta a seguirlo alla lettera, cosa che potrebbe dare la spinta a collaborare ad altri colossi della Silicon Valley.
Il Privacy Shield è un accordo che prevede alcuni obblighi alle aziende come la massima trasparenza, la protezione dei diritti dei cittadini Ue e una continua verifica e aggiornamento attraverso un rapporto di collaborazione tra la Commissione europea e il Ministero del commercio statunitense. Microsoft ha dichiarato che accetta l’obbligo di redimere ogni denuncia degli utenti entro 45 giorni e che collaborerà con le autorità europee per la tutela della privacy. In particolare, l’azienda di Redmond ha sottolineato l’importanza della parte riguardante le richieste di accesso ai dati da parte delle agenzie governative. Questo aspetto è diventato di grande importanza per le aziende del settore tecnologico. Apple ha sempre difeso la crittografia per proteggere i suoi dati, come ha dimostrato il caso dell’iPhone di San Bernardino, e ora altre importanti società come WhatsApp hanno deciso di seguire il suo esempio.