Nel primo anno di attività, myfoglio ha superato i diecimila utenti registrati. Offrendo a professionisti, artigiani e partite IVA, uno strumento cloud per la fatturazione
Nel lungo resoconto della tavola rotonda che Data Manager ha organizzato sui temi della dematerializzazione, spicca il ruolo che la recente introduzione della disciplina FEPA, la fatturazione elettronica dei servizi erogati alla pubblica amministrazione, sta avendo sull’adozione di nuove modalità di gestione dei documenti e dei processi aziendali. Il solo fatto di dover emettere un documento puramente digitale a fronte di una fornitura – o di un lavoro svolto – aiuta a entrare in un diverso meccanismo di controllo dei flussi informativi, nella mentalità della Terza Piattaforma. Quest’obbligo non riguarda ancora le normali transazioni B2B e – come evidenziato dalla discussione – le aziende di dimensioni più piccole e i professionisti faticano a seguire l’onda della trasformazione digitale. Ma qualche cosa sta cambiando anche in questo ambito, e molto rapidamente.
I piccoli sposano la dematerializzazione
Mentre la trascrizione della discussione sul document management è ancora in lavorazione, arriva puntualmente un comunicato di una piattaforma di gestione/fatturazione completamente online e con un’attenzione specifica nei confronti del cloud mobile, lanciata lo scorso anno con un target molto mirato: quello della microimpresa e dei singoli professionisti e artigiani. Nei primi dodici mesi di operazioni, la piattaforma, che si chiama myfoglio e utilizza un modello freemium molto conveniente, ha superato i diecimila utenti registrati. Chi utilizza myfoglio e come? All’inizio dell’anno, myfoglio – società italo-svizzera co-fondata e condotta da Roberto Stefanini, ingegnere gestionale con una pionieristica esperienza in digital business maturata in realtà come Digital Magics e Bizmatica – ha condotto tra i suoi utenti una indagine che ha avuto esiti inaspettati. Se una delle polemiche ricorrenti sul digital divide che ci separa “dal resto dell’Europa” verte proprio sulle difficoltà nel convincere le professioni e le aziende tradizionali ad abbandonare carta, penna e calcolatrice, la clientela di myfoglio fa emergere un quadro a tratti sorprendente: tra gli imprenditori più attenti all’innovazione digitale troviamo infatti panettieri, fioristi, idraulici, musicisti e persino archeologi. L’imprenditore che ha deciso di gestire il proprio business in mobilità anche per il lato contabile e amministrativo ha un’età compresa tra i 29 e i 42 anni, abita principalmente tra nord e centro Italia, sceglie una srl o una sas come forma societaria e prende in carico (tra fatture ricevute e inviate) mediamente 50 documenti al mese. Curiosamente, i dati registrati da myfoglio confermano una delle tante percezioni sulla microimpresa che non si ferma mai: il 60% delle fatture viene trasmesso dopo le nove di sera. Le due professioni che sembrano aver gradito maggiormente la piattaforma di fatturazione online, premiandola con una mandata di nuove iscrizioni, sono quelle dei medici e dei consulenti fiscali.
Il coltellino italo-svizzero della fatturazione
«Un gradimento – spiega Stefanini a Vision – che conferma la prossimità del nostro progetto al modo di lavorare e di essere di questi professionisti, con un prodotto focalizzato sulle loro esigenze». Myfoglio, sottolinea Stefanini, non è una piattaforma contabile estesa come i tradizionali gestionali aziendali. «Il nostro target è l’imprenditore in proprio che vuole controllare gli aspetti che gli servono nella quotidianità, incassi, pagamenti, scadenze IVA. Insomma, strumenti minimi ma essenziali per gestire i processi attivi e passivi delle fatture e delle ricevute, tipici di queste attività». Una focalizzazione voluta, sottolinea Stefanini: «Se myfoglio volesse arricchirsi di troppe funzionalità finirebbe probabilmente per derogare alla estrema semplicità della sua interfaccia, cioè all’ingrediente che ne ha decretato il successo. Eravamo partiti con l’idea di un servizio a tutto tondo, escludendo la fatturazione elettronica. In seguito però, abbiamo aggiunto anche quella, operando in collaborazione con l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane: la stessa user experience permette di completare i passi necessari per l’invio della fattura elettronica attraverso i servizi dell’ICBP. In modo altrettanto semplice –
continua Stefanini – l’utente usufruisce di uno scadenziario, un tool di previsione del proprio business, informazioni su clienti e fornitori che lo aiutano a operare più efficacemente». E senza dover installare una riga di software sui propri dispositivi.
Myfoglio diventa se possibile ancora più innovativo nel modello di business e nell’ispirazione social del suo approccio alla comunità dei suoi utenti registrati. «Tutta l’offerta si basa su un modello autenticamente freemium. Nella versione base gratuita, non ci sono limiti al numero di documenti e anagrafiche clienti che si possono generare, sulle fatture emesse o ricevute. La versione a pagamento comporta una spesa di cinque euro al mese per condividere le informazioni necessarie con il proprio commercialista e accedere ad alcune operazioni di rendicontazione». Secondo Stefanini, tutto ciò rappresenta un ulteriore e significativo vantaggio: l’utente myfoglio non ha bisogno di studiare e confrontare l’offerta per capire se coincide con le sue aspettative. L’uso della piattaforma nella sua totalità permette di apprezzarne, nel tempo, la semplicità e i benefici.
Un assistente smart e social
«Tutte le cose che il professionista è abilitato a fare “al contorno” – sottolinea ancora Stefanini – non le potremmo del resto raccontare. Anche perché forse non le capirebbe». In pratica myfoglio sta insegnando alle famose partite IVA italiane (e non solo italiane, considerando che questa soluzione nasce dal giorno zero come piattaforma multilingue in italiano, inglese e tedesco, in linea con diverse normative fiscali) un mestiere che non sapevano fare. Tra le varie feature c’è persino un servizio di consigli contestuali che il software di myfoglio genera analizzando i dati con strumenti di tipo cognitivo e avvalendosi della collaborazione con esperti di intelligenza artificiale. Un altro beneficio in linea con lo stile di lavoro degli utenti è la caratterizzazione sulle ultime frontiere della mobilità. Myfoglio è uno dei primissimi servizi cloud compatibile con il nuovo sistema di continuità di piattaforma e device di Windows 10 Continuum. Anzi, proprio il fatto di essere stati citati da Microsoft, tra le soluzioni di punta a livello globale, ha portato alla prestigiosa partnership tra myfoglio e la Singularity University fondata da Ray Kurzweil nella Silicon Valley.
Last but not least, myfoglio sta facendo leva sulla sua natura di rete di professionisti per esplorare nuove opportunità a livello di social business. «Il nostro è un sistema gestionale, ma anche una community» – conclude Stefanini a proposito del potenziale della sua piattaforma come directory e marketplace B2B. Gli utenti registrati possono creare un loro profilo, compiere ricerche tra i profili di potenziali clienti e partner e crearsi una propria reputation con il meccanismo dei feedback ricevuti nel corso delle attività di prestatori d’opera e utilizzatori di servizi di terze parti. Un semplice strumento di lavoro digitale può diventare così generatore e moltiplicatore di affari.