Innovazione e trasformazione digitale ma anche tanta attenzione ai rischi di un accesso senza limiti ai dati aziendali
Più il lavoro diventa liquido, digitale, più i dati si muovono sulla rete, incontrando spesso occhi indiscreti oppure orecchie che sono lì, pronte, in ascolto. La trasformazione digitale ha comportato dei vantaggi concreti nella definizione di nuovi equilibri lavorativi che si stagliano oltre il solito ambito dell’ufficio e postazione fissa. Siamo ben oltre lo smart working, visto che il 2016 si pone come anno fondamentale non tanto per l’affermazione di contesti professionali disponibili ovunque (come è oramai da un paio di anni), ma come punto di svolta verso una più netta comprensione delle difficoltà di IT Manager e figure specifiche di accogliere l’innovazione in misura pari alla comprensione delle minacce che veicola la rete.
Lo sa bene Citrix, che esattamente 27 anni fa cominciava la sua storia a supporto delle necessità aziendali di imprese in tutto il mondo. Con un fatturato annuo di 3,14 miliardi di dollari, le soluzioni Citrix sono utilizzate da più di 400 mila organizzazioni e da oltre 100 milioni di utenti a livello globale. Di modernizzazione e mobilità ha parlato Benjamin Jolivet, Country Manager di Citrix Italia, South Eastern Europe and Israel: “Da oramai dieci anni una serie di nuove tecnologie, come il cloud, il mobile e l’evoluzione di ambienti software-defined, stanno trasformando il ruolo dell’IT. I principali luoghi fisici sono diventati spazi di lavoro interamente digitali, che richiedono una ricostruzione lavorativa completa. Citrix riveste un ruolo di primaria importanza nella transizione verso quello che chiamiamo un workspace software-defined, un contesto influenzato dalle applicazioni a cui abbiamo accesso costantemente e non più dal tipo di ambiente che ci circonda”.
Citrix sviluppa le sue soluzioni basandosi su tre dimensioni determinanti: la trasformazione del workflow che prevede la massima flessibilità, un ingaggio migliore per i collaboratori e i dipendenti dell’azienda cliente su cui si interviene e un ripensamento, da parte della direzione generale, dei luoghi di lavoro. Un background che si basa su mobility e cloud. Non si tratta certo di cambi di rotta profetiche ma dell’evidenza dei dati diffusi dagli analisti e ottenuti, sul campo, dalla stessa Citrix. Secondo una recente indagine svolta dalla compagnia, su un campione di intervistati, circa l’84% utilizza il proprio smartphone per lavoro. Il concetto di BYOD non fa più notizia perché si tratta oramai di un paradigma diffuso verticalmente. “La ricerca ci dice che le persone sono solite sfruttare il proprio device per accedere a file e applicazioni professionali – prosegue Jolivet – per questo c’è necessità che tali vengano distribuiti in maniera sicura. Ciò non comporta un limite nell’accesso, anzi seguiamo da sempre la linea secondo cui si deve garantire l’informazione su qualunque device e rete ma senza trascurare l’adozione di soluzioni di protezione sicure”.
La strategia di Citrix si traduce in XenApp, XenDesktop, XenMobile che, assieme a NetScaler e ShareFile, rappresentano i punti di accesso chiave di una nuova mobilità aziendale consapevole. “Citrix guarda costantemente in avanti, studiando le soluzioni migliori con cui i clienti possano sfruttare le nuove tecnologie. Pensiamo al cloud: se si crea un workspace che non sa abbracciare la nuvola, gli utenti finali si rivolgeranno presto altrove, magari verso chi dispiega i vantaggi dell’ibrido. Non a caso fondiamo il nostro business sul concetto di software defined workspace, intendendo un ecosistema che siaa capace di trasformarsi e adattarsi alla tipologia di utente, dispositivo e qualità del network a cui si accede”.
Lo scopo è sempre quello di soddisfare le esigenze di chi si collega alle infrastrutture aziendali fuori dal classico contesto lavorativo. Come detto, la mobilità comporta il crescere del rischio di perdere i dati e le informazioni sensibili. Per questo le applicazioni sono sia la chiave per aprire nuove opportunità che l’ingresso per criminali e malintenzionati.
Secondo una ricerca di Citrix sulla security, su un campione di 600 lavoratori italiani, con età media di 40 anni e diversi tipi di lavoro e titoli di studio, il 73% di chi usa app sullo smartphone percepisce un maggior rischio per la sottrazione dei dati rispetto a quando non sfruttavano tali strumenti. Tra questi, i millennials rappresentano il campione più a rischio, quello che reagisce con maggiore timore al rischio del furto digitale. Non è dunque strano considerare come il 70% degli intervistati consideri più traumatico subire una violazione delle proprie informazioni rispetto al furto del portafoglio. Interessante anche considerare come poco più della metà del campione (53%) consideri al sicuro i dati salvati sul cloud. Un numero davvero preoccupante, forse influenzato dalle recenti vicende che hanno messo in crisi gli account di importanti servizi online, come iCloud. Se la strategia principale messa in atto a proteggere i dati sensibili è evitare di condividerli, c’è un evidente problema, sia da parte dei tecnici che degli utenti stessi.
Ma cosa fanno le aziende in merito?
Per Citrix, il panorama aziendale nostrano non è privo di interesse verso il tema della security ma si evince ancora una certa difficoltà nel sapere individuare piattaforme in grado di coprire il più vasto range di esigenze. Per questo i manager e i CISO, dopo aver valutato l’architettura, acquistano prodotti diversi, utilizzano soluzioni avanzate (anche di virtualizzazione) e creano container segmentati per isolare le minacce. In questo modo creano delle isole che fanno fatica a comunicare con altri settori e che, spesso, sono popolate di ambiente d’uso diversi e non compatibili.
“Il modello di Security di Citrix è molto articolato. Prima di tutto consente di mettere in sicurezza le app mobili, web e SaaS. Poi offre opzioni flessibili per la gestione e il controllo dei dati. Con il nostro lavoro riusciamo a trovare il giusto equilibrio tra la migliore user experience e le esigenze di sicurezza. Eliminando le tecnologie di gestione point security, supportiamo le necessità di sicurezza e accesso dei dipendenti. L’IT è una leva, su cui puntiamo per portare i clienti verso la trasformazione digitale, con consapevolezza e non solo tessendo le lodi di una digitalizzazione senza compromessi”.