Italtel, l’innovazione corre sulla rete

Italtel ottiene l'omologa del proprio piano industriale
Stefano Pileri, CEO di Italtel

La multinazionale è stata tra i protagonisti di due eventi di grande importanza, il Mobile World Congress di Barcellona e il Cisco Live di Berlino. Il numero uno dell’azienda italiana fa il punto sul presente e il futuro dell’offerta, con un occhio alla disruptive innovation e alle tendenze di settore in Europa

Italtel è una delle principali multinazionali italiane operanti nel settore delle telecomunicazioni. La mission dell’azienda è la progettazione, lo sviluppo e l’implementazione in Italia e all’estero di prodotti e soluzioni per reti e servizi di comunicazione, basati su protocollo IP. L’azienda collabora con altre realtà leader di mercato, come Cisco, oltre a sviluppare tecnologie proprietarie grazie al suo centro di ricerca e sviluppo. «Siamo una multinazionale sempre più orientata all’internazionalizzazione – spiega a Data Manager il CEO di Italtel, Stefano Pileri. Realizziamo il 55% circa del fatturato in Italia, mentre il restante proviene dai paesi europei e dell’America Latina. Complessivamente, il volume di business è pari a 440 milioni di euro». Tra i clienti si annoverano i principali operatori di telecomunicazione come Tim, Fastweb, Vodafone, Wind, ma anche i maggiori gruppi bancari italiani, Eni, Enel e Poste Italiane. Con ottima base clienti e importanti clienti a portafoglio anche all’estero, l’azienda offre i propri servizi ai grandi operatori di telecomunicazioni come Telefonica, Vodafone, Orange.

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L’azienda ha avuto una presenza importante in due grandi eventi, tra i più prestigiosi in assoluto a livello mondiale: Barcellona e Berlino, rispettivamente al Mobile World Congress e a Cisco Live. Entrambe le occasioni sono stati momenti significativi per presentare al mercato le novità targate Italtel in settori che promettono una rapida crescita e un’espansione esponenziale su scala globale, come l’Internet of Things, gli strumenti di analisi dei Big Data e il cloud. «Nel capoluogo catalano, abbiamo presentato le innovazioni relative sia ai prodotti di rete, quindi alla nostra attività più tradizionale, sia a tecnologie disruptive» – commenta Pileri. Nel primo caso, si tratta di innovazioni a livello di Network Function Virtualization, mentre nel secondo di IoT, Big Data e miglioramento della quality of experience». Ciò che il CEO di Italtel definisce “innovazione nella continuità”, cioè l’ulteriore sviluppo tecnologico dell’offerta già a portafoglio dell’azienda, comprende l’evoluzione delle tradizionali reti di telecomunicazioni. Da centrali telefoniche, esse si trasformano oggi in reti di computer e di data center, mentre gli apparati di rete si evolvono in applicazioni specializzate.

E-health e smart metering

Lato disruptive innovation invece, Italtel ha presentato varie novità. La prima è un’app che funziona in ottica Internet of Things e usa la comunicazione in real time del WebRTC. Sviluppata per l’e-health, la salute “digitale”, ha il nome accattivante di DoctorLink. Lo scenario è quello di un ospedale o un’azienda sanitaria che sia dotata di tablet. Già durante il periodo di degenza, i pazienti vengono tenuti costantemente sotto osservazione con sensori e strumenti digitali per monitorarne i parametri vitali. Una volta dimessi, grazie ai sensori e alla connessione in remoto con i tablet è possibile mantenere un collegamento continuo tra i pazienti e i medici. «Questo significa migliore qualità del servizio sanitario ma anche riduzione dei tempi di ospedalizzazione, con importanti conseguenze nel contenimento delle spese connesse» – prosegue Pileri. Un’altra app è invece dedicata allo smart metering e alla gestione dei consumi. In questo caso, lo scenario è costituito dai locali di una fabbrica o di un edificio. La soluzione raccoglie i dati da sensori distribuiti nei locali, effettua la correlazione con i parametri ambientali e identifica le aree e i periodi di maggior consumo. Contestualmente, fornisce anche preziose indicazioni per migliorare l’efficienza e quindi anche il risparmio, attraverso l’utilizzo della piattaforma di Smart Metering Service Center di Italtel per allocare i carichi di energia in maniera dinamica. L’applicazione è disponibile anche in modalità as a Service in cloud, e con essa Italtel si è aggiudicata una gara di quasi due milioni di euro da parte di un importante operatore di telecomunicazioni, che ha appunto impiegato l’app per rilevare il funzionamento degli impianti di condizionamento e delle stazioni di energia, tenendo sotto osservazione i consumi.

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Il motore analitico di Italtel

Per rispondere alla sfida dei Big Data e al diluvio di dati che minaccia di “inondare” il mondo con bit di informazioni se non gestito correttamente, l’azienda propone invece una soluzione che permette di ridurre o governare il churn dei clienti, adottando un atteggiamento proattivo nei confronti di coloro che sono più propensi a cambiare fornitore e quindi a diventare clienti dei competitor. Lo scenario è quello di un operatore telco che si avvale del motore analitico di Italtel di ultima generazione, in grado di analizzare i dati del cliente quanto a traffico telefonico, messaggi e Internet, insieme ad analisi della qualità e dati sull’offerta della concorrenza. L’app aiuta a definire le offerte da proporre al cliente in ottica di retention preventiva, ma indica anche a quanti e quali clienti offrirle e fornisce al marketing spunti analitici importanti per ideare piani customizzati ed evitare l’abbandono dei clienti. «Si tratta di un motore dal funzionamento semplice e flessibile, e in ciò risiede la sua forza. Può essere configurato secondo molti parametri, ma questo non aggiunge complessità al sistema».

Quality of experience sui treni ad alta velocità

Un altro tema caro a Italtel è la quality of experience, declinata in questo caso nello sviluppo di un’app per monitorare e migliorare il servizio di navigazione in rete sui treni ad alta velocità. Si tratta di un agente software che gira sul modem installato sugli ATR 1000, meglio noti come Frecciarossa, di Trenitalia, dove si simula una chiamata o la navigazione in rete connettendosi con un’applicazione server che gira su un data center dell’azienda. Il servizio permette di raccogliere dati sulla qualità della connessione a Internet lungo il percorso del treno, ricostruendo una mappa che evidenzia in quali punti migliorare il servizio. Ora l’app si sta arricchendo con nuove funzionalità, e Trenitalia sta valutando con gli operatori di telefonia mobile gli interventi necessari per migliorare il servizio. «Vogliamo andare ancora oltre – sottolinea Pileri – concentrandoci anche sul mondo dei device mobili. Con un accordo tra i vari operatori di telefonia mobile, grazie ai dati raccolti con la app da noi sviluppata è possibile migliorare la navigazione sui treni ad alta velocità intervenendo solo in pochi punti strategici».

Partnership di valore

Ma Italtel è stata di recente nominata anche miglior partner di Cisco per il Sud Europa, e ha partecipato all’evento di Berlino con grande riscontro da parte del pubblico. La partnership tra le due aziende riguarda in particolare l’ingegneria di rete (progettazione e realizzazione di reti con tecnologia Cisco) e il software-defined networking. «Abbiamo sviluppato un’applicazione per il controllo dinamico di rete, tramite appunto il software-defined networking. La nostra app, che si chiama Netwrapper, ammette sessioni video soltanto se c’è qualità sufficiente per poterle ospitare e inoltre chiede alla rete banda aggiuntiva per abilitare altre sessioni quando necessario. Si tratta quindi di un gestore dinamico della capacità di rete». A giudizio di Pileri, osservando l’evoluzione tecnologica nei principali paesi europei emerge che l’IoT, la logistica automatizzata, la robotica e i sensori, la connessione dell’azienda con i fornitori e i clienti e in generale anche i temi legati al manufacturing 4.0, incluse le tecnologie di stampa 3D, stanno prendendo sempre più piede nell’industria. Sembra che la disruptive innovation sia destinata ad affermarsi nel prossimo futuro, ma in Italia a che punto siamo?

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«Vedo maggiore convinzione in alcuni paesi europei piuttosto che in altri. Da noi, il dibattito è ormai maturo, per cui auspico che si possa rapidamente procedere alle fasi successive per un’ampia accoglienza di queste tecnologie e per cogliere le opportunità sia a livello di produttività e competitività sia di aumento della ricchezza prodotta».