Big G non scherza quando si tratta di proteggere smartphone e tablet, un ecosistema a continuo rischio infezione
Non serve guardasi molto indietro per ricordare i tempi in cui l’Android Market, poi Play Store, era il luogo preferito dagli hacker. Tante, troppe, applicazioni maligne solcavano la porta del negozio digitale di Google, insediandosi nei device di migliaia di persone. Non bastò nemmeno introdurre Bouncer, una sorta di guardia all’ingresso che aveva il compito di buttare fuori dallo store i software contenenti codice infetto o dannoso. Eppure qualche anno più tardi, la divisione Android di Big G ha imparato dai propri errori, finalizzando le proprie tecniche di difesa per restituire al mondo un contenitore di applicazioni con una reputazione decisamente migliore rispetto al passato.
Controllo senza sosta
Grazie al report annuale “Android Security”, sviluppato proprio da Google, possiamo conoscere meglio in che modo l’azienda protegge i suoi utenti mobili. Nello specifico, Google analizza circa 400 milioni di dispositivi al giorno per un totale di sei miliardi di applicazioni installate quotidianamente in tutto il mondo. “Il nostro obiettivo è proseguire nella riduzione delle app potenzialmente dannose che raggiungono Google Play – ha spiegato Adrian Ludwig, capo degli ingegneri di Android security – complessivamente tali applicazioni sono state caricate su meno dello 0,15% dei device attivi che scaricano esclusivamente dal negozio ufficiale”. I numeri sono dalla parte di Google: da quanto la compagnia ha migliorate le difese, i danni causati da spyware sono calati del 60%, i download infetti del 50% e il furto di dati del 40%. C’è ancora tanto da lavorare e migliorare, ma la strada è quella giusta.