Come cambia il lavoro

Virginia Magliulo nuovo Presidente «Employer Services International» di ADP

L’innovazione tecnologica è elemento propulsore dell’evoluzione del lavoro. Se ripercorriamo gli ultimi 20 anni possiamo osservare come sia cambiato il rapporto fra l’uso della tecnologia in azienda e nella nostra vita privata.

Oggi, la maggior parte delle persone dispone di device innovativi e, spesso, anche di una capacità d’uso avanzata che si traduce in una spinta per le aziende a offrire a clienti e dipendenti, una user experience sempre più sofisticata, capace di trarre vantaggio dai nuovi trend tecnologici. Internet of Things, Gamification, Mobile, Big Data devono caratterizzare le modalità con cui le aziende si posizionano sul mercato e anche quelle con cui gestiscono il patrimonio umano.

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Basti pensare che l’83% di chi cerca lavoro lo fa attraverso il proprio smartphone e il 45% si è candidato dal proprio device, ma solo il 20% delle prime 500 imprese segnalate da Fortune ha un sito ottimizzato per il mobile. Le aziende per essere innovative devono implementare strumenti di social recruiting, social learning, sistemi di gestione dei talenti che consentano di amministrare forze lavoro globali e dinamiche. Per esempio utilizzando i social network in azienda che consentono ai dipendenti l’accesso a forme di smart working, permettendo di coniugare in modo flessibile vita personale e lavorativa. I paradigmi dei social network possono anche aiutare a rendere le valutazioni più oggettive perché allargano il numero dei valutatori, più immediate perché possono essere fatte subito a valle di un evento, più efficaci per indirizzare i comportamenti perché le persone le considerano utili. Basti pensare alla logica dei “Like”.

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Le aziende per attirare e trattenere talenti devono mostrare di poter garantire un percorso di carriera che permetta, anche grazie all’interconnessione tecnologica, esperienze su scala globale, come per esempio la partecipazione a team virtuali e progetti internazionali. Le organizzazioni devono anche offrire una modalità autonoma e più flessibile del tempo, con uno shift verso una gestione basata su obiettivi piuttosto che sull’orario di lavoro. La sfida che pone la tecnologia alle aziende è anche di trovare le risorse con i giusti skills. Da un lato bisogna iniziare a collaborare con le università perché formino degli studenti pronti a entrare nel mondo del lavoro, dall’altra è necessario contattare i migliori studenti coinvolgendoli in stage per migliorare l’employer branding.

Altro elemento da considerare per il successo strategico delle aziende è l’importanza assunta da ruoli di governance e program management. Le organizzazioni sempre più spesso ricorreranno a una moltitudine di app sia per la gestione interna sia per l’uso e lo sviluppo dei propri prodotti. Ciò rappresenta un’opportunità ma anche una grande sfida per le aziende, che dovranno poi integrare, gestire e aggiornare le app nei loro sistemi, affrontando le tematiche relative alla sicurezza e allo scambio dei dati.

A livello di talenti, oggi non basta più avere dei super specialisti. Sono necessari profili che abbiano delle competenze gestionali e una visione sistemica delle situazioni. Questo vuol dire che ciascuna azienda dovrà sfruttare il patrimonio umano che ha a disposizione, spesso formato da persone con competenze differenti, come i manager e i professional che potrebbero non essere dei nativi digitali ma avere l’esperienza per guidare le generazioni più giovani, aiutarle ad acquisire competenze di business e la robustezza necessaria a gestire il cambiamento. Ecco che così il change management diventa una chiave di volta per quelle aziende che si ritrovano al loro interno con quattro o cinque generazioni diverse e una velocità di cambiamento di contesto incredibile da gestire. Il segreto è utilizzare la tecnologia su basi che resistano nel tempo perché fondate su valori che non tramontano.

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Virginia Magliulo, general manager ADP Italia