Secondo una ricerca di mercato, un utente su 10 comprerà un dispositivo VR nel giro di sei mesi. Ma le case attuali potrebbero non bastare
Non solo Oculus. Il mondo della realtà virtuale ha cominciato a considerare tanti altri dispositivi come vettori di un nuovo modo di vivere la multimedialità. Sappiamo che uno dei più interessanti è l’HTC Vive, l’unico che per ora permette di muoversi all’interno di uno spazio reale per interagire con gli oggetti e gli ambienti nel mondo riprodotto in digitale. Proprio la diffusione dei Vive potrebbe causare un ripensamento degli spazi privati degli appassionati di gadget tecnologici. Stando ad una recente ricerca di Newzoo, l’11% degli occidentali con una connessione ad internet tra i 10 e i 65 anni, comprerà un visore di realtà virtuale entro i prossimi sei mesi.
Futuro virtuale
Secondo gli analisti, il boom di vendite di HTC, nonostante i problemi legati alle fasi di prevendita, è dovuto soprattutto ai videogiocatori appassionati, quelli che investono un bel po’ di soldi in aggiornamenti hardware. Si tratta di utenti che non ci pensano due volte nello spendere centinaia di euro per un Vive e per l’aggiornamento del loro computer così da renderlo compatibile con le specifiche richieste dal device. Ma resta un dubbio: hanno una stanza adatta a giocarci? Per sfruttare i Vive senza incorrere in problemi di sorta con le pareti circostanti, serve uno spazio di almeno 3 metri quadrati che, grazie ai sensori posti in alto diventano poco più di 4 nella riproduzione virtuale. Il problema è che, come riportano i primi utilizzatori, servirebbe un ambiente ben più capiente per godere di un’esperienza recepita come senza limiti.