ADP, come cambia il lavoro

Le interessanti conclusioni della ricerca “Evolution of work” sono state l’oggetto di un evento a Milano, organizzato a metà aprile dal numero uno mondiale nelle soluzioni informatiche per la gestione del capitale umano

Una presentazione tutta al femminile, quella organizzata da ADP. “E già questo è senza dubbio un segno di cambiamento”, ha chiosato Virginia Magliulo, general manager di ADP Italia, nell’introdurre le due relatrici dell’evento di metà aprile a Milano. Anche la tappa italiana del roadshow organizzato per illustrare una ricerca realizzata da ADP sull’evoluzione del lavoro, ha infatti visto la presenza di Ahu Yildirmaz, vice president, head of ADP Research Institute e di Manuela Montagnana, vice president Human Resources Emea di ADP. Alla presenza di numerosi top manager nell’ambito della gestione delle risorse umane, le due relatrici hanno brillantemente commentato gli aspetti salienti dello studio “Evolution of Work”, condotto su 2.000 persone tra dipendenti e datori di lavoro di 13 diversi Paesi, con lo scopo di individuare come le esigenze dei lavoratori e i loro desideri si stanno evolvendo in tutta Europa e nel mondo.

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Lo studio, che è disponibile a questo indirizzo, è stato realizzato dall’ADP Research Institute, gruppo di ricerca interno all’azienda e diretto proprio da Ahu Yildirmaz, noto anche perché realizza l’indagine mensile sul lavoro in USA, il National Employment Report, regolarmente presa a riferimento anche a livello istituzionale, e del quale si prevede l’introduzione anche in Europa, dove ADP sta crescendo da tempo. Oggi la società, che è nata quasi settant’anni fa, ha 630mila clienti in tutto il mondo, per un totale di 55 milioni di persone gestite con la piattaforma ADP HCM Solution, che costituisce l’offerta di strumenti amministrativi e gestionali per un’amministrazione del personale a tutto tondo. Ma anche in Italia i numeri sono significativi, visto che ADP si occupa complessivamente di due milioni di persone in più di 1.100 aziende, con 900 dipendenti e un fatturato 2015 di quasi 115 milioni di euro.

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Le cinque esigenze fondamentali

Tra i principali temi sollevati dall’indagine, è emerso in particolare che la trasformazione che sta coinvolgendo l’ambiente di lavoro globale è guidata dal desiderio espresso dai dipendenti di soddisfare cinque esigenze fondamentali: flessibilità in termini di ambiente di lavoro; accesso a formazione in tempo reale; maggiore autonomia; senso di stabilità; e infine la possibilità di lavorare su progetti personalmente rilevanti. Ma non solo: lo studio ha anche rivelato che, nonostante gli intervistati guardino con entusiasmo alle tendenze future, permangono alcune preoccupazioni sui cambiamenti percepiti come elementi in grado di mettere a repentaglio il posto di lavoro. Più dell’80% degli intervistati si dichiara ottimista circa la possibilità di lavorare su interessi personali o su obiettivi capaci di avere un impatto sulla società dei prossimi anni, mentre il 45% teme che automazione, macchinari smart e intelligenze artificiali possano sostituire le persone nei lavori ripetitivi.

Le peculiarità dell’Europa

È anche vero, come è comprensibile, che le regioni con una popolazione più giovane siano anche maggiormente portate al cambiamento: nell’area Asia-Pacifico, l’81% delle persone vede con favore il cambiamento contro il 59% registrato in Europa, e il 52% degli europei, contro il 19% di chi lavora nell’Asia-Pacifico, non è a proprio agio rispetto alla prospettiva di dover imparare rapidamente nuove competenze per adeguarsi ai ruoli che cambiano. Non a caso, il 65% degli intervistati europei era sopra i 40 anni di età, rispetto al 52% del Nord America, al 34% dell’America Latina e al 30% dell’Asia-Pacifico. Anche per questo, il 41% degli europei ha preoccupazioni per i trend futuri nel loro complesso, rispetto al 29% sia di Nord America sia di America Latina e il 19% dell’area Asia-Pacifico.

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Su tutto, rimane una considerazione di fondo: prendere conoscenza con le nuove esigenze del personale, dettate dalla trasformazione in atto e da quella futura, può dare vantaggi, qualora si sia in grado di rispondere adeguatamente. “Abbracciare i cambiamenti dell’ambiente di lavoro porterà a disporre di team più forti dal momento che il personale risulterà coinvolto, efficiente e incentivato. Inoltre, adottando questi cambiamenti, i datori di lavoro si troveranno in una posizione migliore per attirare e trattenere professionisti capaci”, ha concluso Ahu Yildirmaz.