Secondo alcuni ricercatori statunitensi, i paesi del Nord Europa sono quelli più pronti a fronteggiare un attacco hacker
Sono serviti 20 miliardi di report generati in 44 paesi in due anni per capire quali sono le nazioni più colpite dagli attacchi hacker e quali, di conseguenza, quelle più pronte a fronteggiarli. Il risultato è il Global Cyber-Vulnerability Report, nel quale vengono evidenziate le statistiche raccolte da 4 milioni di macchine e dispositivi, presi di mira da parte di hacker e criminali informatici. Ciò che si evince è che i paesi del Nord Europa, come Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia sono quelli più pronti nel fronteggiare le minacce, grazie a policy adeguate in tema sicurezza.
Contesto internazionale
“Il nostro obiettivo è stato riconoscere quanti e quali paesi sono i più vulnerabili, identificando le loro attuali procedure in termini di cybersecurity, per capire se sono adeguate a ciò che c’è lì fuori” – dicono i ricercatori. Per analizzare gli attacchi, è stato utilizzata la suite anti-virus di Symantec, che permette di collezionare in automatico le risposte del sistema a tentativi di violazione. Oltre a disegnare un panorama dell’attuale ecosistema del crimine informatico a livello globale, la ricerca Global Cyber-Vulnerability fornisce anche delle basilari linee guida che tutti gli stati dovrebbero far proprie quando si parla di sicurezza digitale. Tra queste c’è la necessità di attuare una corretta educazione in ambito scolastico, quella di sviluppare processi condivisi e di potersi rivolgere ad un organo centrale che prenda in carico le richieste e tenga traccia degli eventi più significativi all’interno di un paese.