Nell’Internet delle Persone, le reti diventeranno pervasive, capillari, a basso consumo, cooperative, dinamicamente riconfigurabili, parte di un nuovo ecosistema tecnologico e competitivo fondato sul valore delle informazioni digitali
Come evolverà lo scenario italiano delle telecomunicazioni nel 2016? Quali trend impatteranno sul business e sulla sfera personale? Cominciamo guardando i numeri del mercato italiano. Nel 2016, il valore del mercato dei servizi e sistemi di telecomunicazioni, dopo ben cinque anni di contrazione, tornerà a crescere anche se con un incremento ancora modesto (+1%). I servizi tradizionali (voce di rete fissa, voce mobile, SMS) continueranno a perdere valore, finalmente superati dal valore dei servizi dati e broadband sia sulla rete fissa che su quella mobile. Cresceranno moderatamente i mercati degli apparati di network equipment spinti sia dagli investimenti degli operatori per l’upgrade e l’estensione della rete pubblica, che dalle aziende in cerca di maggiore flessibilità e scalabilità. Subirà invece un lieve rallentamento la crescita in valore delle vendite di device mobili: nonostante il mercato degli smartphone sia maturo, questo comparto riserva ancora sorprese, con il valore delle vendite di phablet, detachable tablet e wearable destinato a crescere con incrementi più che “double digit”.
L’estensione e la frammentazione della catena del valore dei fornitori tradizionali, con l’ingresso di nuovi player e nuovi modelli di business, caratterizzeranno l’evoluzione del mercato italiano nel 2016 sui seguenti cinque fronti competitivi.
Consumatori digitali insaziabili
Il traffico IP su rete fissa e mobile registrerà una nuova impennata sostenuta dall’utilizzo di media digitali, social networking e piattaforme di messaging. Proprio sui contenuti digitali e sui servizi a valore aggiunto continuerà a spostarsi il fronte della battaglia competitiva fra gli operatori, che proseguiranno con quanto già sperimentato nel 2015, concentrando la proposta al mercato consumer su offerte multi-play modulate per più profili di utenti. La diversificazione di Quality of Service e Quality of Experience tenderà a diventare un requisito fondamentale e sarà anche alla base dei processi interni di re-engineering delle reti. Il tema dello sviluppo della rete pubblica, infatti, continuerà a essere centrale per tutto il settore: gli investimenti pubblici e privati continueranno ad avere come obiettivo la copertura capillare del Paese; alleanze fra i diversi soggetti, insieme a lanci di offerte tecnologiche di diverso tipo, continueranno a riempire le pagine dei giornali.
Device tra realtà fisica e virtuale
La fame insaziabile e continua dei consumatori digitali di device mobili è destinata ad ampliarsi e a diversificarsi, mantenendo un punto fermo: lo smartphone, che si conferma cuore pulsante dell’ecosistema delle tecnologie “personali” per lavoro, svago, comunicazioni, pagamenti, salute e sport, e diventa un vero e proprio “hub” di applicazioni, servizi e altri device che ne estenderanno le funzionalità e che gli faranno, in qualche modo, cambiare pelle. Al CES 2016, abbiamo visto le ultime novità e, dopo l’annuncio della commercializzazione del visore Oculus Rift anche in Italia, a partire dal mese di marzo, queste tecnologie sembrano più vicine anche da questa parte dell’Oceano. Wearable, occhiali e visori per la realtà aumentata nel corso del 2016 inizieranno a diffondersi anche fra i consumatori italiani, per il gaming e l’entertainment, anche grazie a una crescente disponibilità di contenuti dedicati. Seguiranno poi anche nelle aziende per supportare il lavoro di addetti sul campo ed elevarne il livello di sicurezza, in cantieri, impianti e stabilimenti. Sempre nelle aziende, i tablet detachable, detti anche tablet 2-in-1, inizieranno a cannibalizzare le vendite di tablet tradizionali e di pc: sistemi operativi convergenti e nuovi form factor li renderanno sempre più attrattivi dei notebook per gli utenti professionali spesso in movimento.
Enterprise of EverYthing
Focus sui processi. Nel 2016, proseguirà il percorso delle imprese verso l’Enterprise of Everything, in ottica di trasformazione digitale. I mobile worker, intesi come persone che lavorano in mobilità o lontano dalla propria sede di lavoro abituale per almeno un 20% del loro tempo, sono ormai più della metà della totale forza lavoro. Il parco dei device aziendali, inoltre, continuerà a diversificarsi intorno allo smartphone, “re” indiscusso che ha superato il pc in termini di numerosità. Nelle grandi aziende si svilupperanno molti progetti di «lavoro agile» e smart working, grazie alle nuove spinte normative del 2015 e agli evidenti benefici ottenibili con l’introduzione di soluzioni che facilitano il lavoro in mobilità e da remoto e, in particolare, da soluzioni di Enterprise Mobility Management dedicate alla gestione dei mobile process su reti aziendali che via via si estenderanno includendo persone, device e sensori distribuiti capaci di dialogare con sistemi centralizzati, portandole gradualmente verso l’Internet of Industrial Things.
IoT & People Everywhere
Con il paradigma Internet of Things, in effetti, è facile chiudere il cerchio che unisce le tecnologie consumer e quelle aziendali. Abbiamo già detto che il mercato che nel 2016 avrà la crescita maggiore rispetto al 2015 sarà quello dei device indossabili: bracciali smart, orologi, occhiali intelligenti rendono il corpo umano una sorgente di informazioni. Ma non solo, a questi si affiancheranno altri oggetti interattivi che aggiungono informazioni a ciò che vediamo e facciamo. Gli orizzonti applicativi sono molteplici e in continua evoluzione: nell’era dell’Internet delle Cose e delle Persone, gli oggetti intorno tenderanno a diventare equivalenti a nodi di rete capaci di elaborare i nostri segnali e dialogare con macchine, elettrodomestici, piattaforme e sistemi intelligenti. Nell’Internet delle Persone, le reti che erogano questi servizi saranno pervasive, capillari, a basso consumo, cooperative, dinamicamente riconfigurabili, parte di un nuovo ecosistema tecnologico e competitivo fondato sul valore delle informazioni digitali.
Le reti e ambienti ibridi
Il big bang del traffico dati, la proliferazione dei device e l’aumento della mobilità sono una sfida per le reti delle aziende private e pubbliche, chiamate a sostenere nuovi servizi e nuovi modi di lavorare. Non solo devono sopportare carichi sempre maggiori, in termini di accessi wired/wireless, capacità, velocità e latenza, per i quali spesso non sono state progettate, ma devono supportare la crescita dell’universo digitale, che nel caso delle aziende, si coniuga con la trasformazione dei processi. Nel 2016, l’utilizzo di tecnologie Software Defined Networking e Network Fuction Virtualization diventeranno un vero e proprio “mantra” per le aziende italiane con reti estese: queste funzionalità, applicate a reti e data center, abiliteranno la transizione verso ambienti ibridi e diversificati, la progressiva migrazione del traffico da on-net a off-net (dai data center verso l’edge), la continuità tra risorse on-premise e off-site, proprietarie e di terze parti. Inoltre, cloud-based WAN e SD-WAN saranno la chiave per l’estensione e la diversificazione delle reti verso l’Enterprise of Everything, in ottica IoT, e verso la mobilità. In uno scenario come quello descritto, per i CIO e i network manager è necessario migliorare la governabilità e il monitoraggio delle reti, tenendo i costi sotto controllo e sfruttando competenze, tecniche e modalità sempre nuove. Ciò spingerà un numero crescente di imprese a rivolgersi verso servizi e soluzioni di network outsourcing, come evidenziato dalle ricerche IDC.
Daniela Rao, research and consulting director di IDC Italia