Ritorno alla razionalità

venture capital

Possiamo finalmente decelerare: i VC si prendono un periodo di pausa per capire le loro strategie di azione e decidere quale direzione seguire

Stiamo entrando progressivamente nel primo trimestre del 2016. Che cosa ci si aspetta nel mondo dei VC?

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Da un’analisi di CNBC pubblicata recentemente, sembra che il 2015 passerà alla storia delle startup come l’anno più attivo e colorato di unicorni, quasi come uno di quei film dove tutto è già predisposto per assicurare il lieto fine con tanto di arcobaleni e orizzonti liberi da minacce di qualsiasi genere.

Eppure, questo 2016 sembra essere arrivato più velocemente del previsto, quasi oscurando la luce dell’anno passato e portando con sé l’ombra incognita del futuro. Anche quest’anno, si sentiranno nuovamente le solite parole familiari, cloud, piattaforme di mercato e realtà virtuale, ma probabilmente cambieranno aspetto, assumeranno altre forme. CNBC prevede che nel 2016 assisteremo a un aumento delle fasi di investimento late stage piuttosto che non early stage e si diffonderà altresì una tendenza a non investire in startup che siano prive di business model o comunque prive di fondamenta sicure.

Maggiore prudenza

Questo sembra essere il dictat dei VC, per ora almeno. La riduzione stimata del numero delle startup unicorno nel corso del 2016 invita molti VC a non puntare su scommesse pericolose. L’elenco degli unicorni ovvero delle startup con valutazioni superiori a un miliardo di dollari ha continuato a crescere nel 2015, ma – secondo l’analisi di CNBC – non ci sarà un’analoga crescita nel 2016. Molti unicorni continueranno a rimanere finanziati da privati e tenteranno di cercare nuovi introiti di capitali da parte degli investitori istituzionali. Sicuramente i seed destinati alle startup unicorno non scompariranno, ma, prevalentemente, i fondi di investimento si concentreranno nelle startup dotate di un solido background, di ponderati business model e in grado di generare revenue effettive. Con riferimento a quella finestra del mercato rappresentata dalle IPO, sicuramente non verrà chiusa nel 2016. Sarà mantenuto uno spiraglio abbastanza grande da consentirgli di diffondere la propria luce, ma anche rigorosamente selettivo e mirato, prevalentemente rivolto alle aziende tech con forti rendimenti finanziari. Altro aspetto che i VC non stanno sottovalutando in questo periodo è il notevole aumento della realtà virtuale. Il 2015 è stato un anno entusiasmante per la realtà virtuale in termini di sperimentazioni e tentativi, ma nel 2016, la realtà virtuale è destinata a conquistare nuovi territori. Le Nazioni Unite e l’Air Force stanno già utilizzando la realtà virtuale come parte dei loro sistemi di formazione e vedremo questo trend continuo svilupparsi nei campi dell’istruzione, della difesa, dello sport, del commercio, della produttività aziendale. Ad esempio, Tommy Hilfiger è diventato di recente il primo rivenditore importante in grado di offrire ai propri clienti un vero e proprio circuito di shopping virtuale. In poche parole, la tecnologia offrirà soluzioni innovative atte a soddisfare esigenze quotidiane.

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Nuovi mercati

Nel periodo di tempo a cavallo tra il 2015 e il 2016, l’interesse dei VC si è spostato anche sul mercato eSports che da settore di nicchia si è andato trasformando in una realtà globale. Il settore eSports annovera circa 205 milioni di utenti e si prevede altresì un aumento del 21% annuale. Il mercato mondiale per eSports ha un valore di 612 milioni di dollari di ricavi in ​​tutto il mondo, con il Nord America che contribuisce apportando circa 143 milioni di dollari. Per ora si tratta di un settore del mercato dominato prevalentemente da Cina e Corea. Nel 2016, probabilmente gli Stati Uniti faranno un salto più grande in questo mercato. Altro settore su cui i VC punteranno nel 2016 è quello dell’istruzione. Il mercato della formazione globale, infatti, ha raggiunto i 4,4 miliardi di dollari, e adesso più che mai sta dimostrando di essere un settore chiave per la prosperità, per l’aumento di posti di lavoro e la crescita complessiva a livello globale. La maggior parte della formazione sta cambiando radicalmente il suo aspetto trasformandosi da tradizionale in tecnologica e innovativa così da poter conquistare anche i più giovani.

Tra la fine del quarto trimestre del 2015 e l’inizio del primo trimestre del 2016 sembra comunque che i venture capital abbiano le premesse per conquistare maggiore fiducia. L’università di San Francisco ha stimato che su una scala da 1 a 5, la fiducia degli investitori della Silicon Valley ha raggiunto quota 3,59, il primo piccolo aumento dopo tre trimestri consecutivi di calo. Anche se la fiducia è rimbalzata dalla sua recente depressione, è ancora al di sotto della media del 3,72 mantenutasi negli scorsi 12 anni. Le preoccupazioni circa valutazioni elevate e la volatilità del mercato pubblico hanno tuttavia – per quanto paradossale possa sembrare – facilitato l’aumento di fiducia, in quanto gli investitori si sono concentrati sui settori del business fondamentali e più sicuri. Così ha dichiarato Mark Cannice, supervisore del sondaggio dell’università di San Francisco. Il ritmo più lento nella Silicon Valley potrebbe aiutare a differenziare le grandi imprese nel mercato, e conseguentemente sviluppare una maggiore fiducia a livello generale.

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Gerard van Hamel Platerink di Redmile Group e Dag Syrrist di Vision Capital ritengono che una minore esuberanza ed eccitazione potrebbero essere proficue per il mondo del venture capital. Nel sondaggio hanno dichiarato che limitare il più possibile la “speculazione esuberante” potrebbe essere giusto e salutare per il mercato. Venky Ganesan di Menlo Ventures, ha affermato in un’intervista a CNBC, che il mercato dei venture e delle startup richiede interventi correttivi. In particolare, occorre che i VC adottino qualche misura che consenta loro di adeguare le attese alla realtà senza inseguire fuggevoli sogni chimerici. Questa strategia, se perseguita a lungo termine, potrebbe premiare le decisioni di investimento assunte oggi.

Non si cercano unicorni

Ma startup con fondamenta solide. «Potremo assistere a un pullback in finanziamenti in fase avanzata e dovremo fronteggiare anche alcuni licenziamenti, ma le valutazioni a lungo termine compiute su società sicure, prevalentemente di ambito tecnologico e in grado di produrre cambiamenti reali, rimarranno intatte» – ha dichiarato Ganesan.

Tyler Willis, imprenditore e business angel, ha sostenuto, in un’intervista a CNBC, che «la crescita improvvisa di determinate aziende ha contribuito a raccogliere moltissimi soldi, portando a valutazioni altrettanto elevate. Conseguentemente gli investitori presi dall’eccitazione si sono dimostrati disposti a pagare ancora di più per finanziare la crescita di tali società nonostante non ci fossero le basi per ulteriori sviluppi di crescita». Ma piuttosto che “tirare il tappeto” bruscamente, come nel 2001 o nel 2008, si è verificata una contrazione lenta o piuttosto un “ritorno alla razionalità” che ha indotto gli investitori e gli hedge fund ad abbandonare gli investimenti più rischiosi e a cercare startup con business model più sicuri.

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Tutto ciò non può che essere un aspetto positivo per il mercato perché la diffusione di un equilibrato livello di fiducia nel mondo dei venture capital potrebbe impedire proprio lo scoppio di bolle del 2008. Per non dire che al tempo stesso si crea innovazione dandole sostegno. «Il mercato era troppo sicuro di sé un anno fa e avrebbe pagato molto in anticipo rispetto al momento in cui sarebbe stato raggiunto effettivamente quel livello di progresso, tale da giustificare l’investimento a suo sostegno. Il mondo sta cambiando radicalmente» – ha aggiunto Willis. L’ottimismo non è scomparso, ma è stato sostituito da un’equilibrata e ponderata fiducia destinata a essere il carburante di questo 2016.