Il computer quantico? Tutto dipende da 5 atomi

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Lo dicono i ricercatori del MIR che hanno trovato un modo per ridurre la complessità nella costruzione di una macchina quantistica

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Il quantum computing sarà una vera e propria rivoluzione. Quando arriveranno, le macchine intelligenti dotate di calcolo quantistico potranno risolvere un gran numero di problemi in tempi decisamente brevi. Le problematiche intorno alla costruzione di un dispositivo del genere però non mancano. Da qualche anno Google lavora, assieme alla NASA, alla comprensione di quali vantaggi il computer quantico può davvero portare all’umanità. Lo fanno analizzando le possibilità di D-Wave, un prodotto commercializzato dalla D-Wave Systems, di cui un’unità è proprio nelle mani di Big G e dei tecnici della National Aeronautics and Space Administration.

La scoperta

Lo sviluppo di un computer quantico potrebbe assumere una decisa accelerata grazie ad una ricerca del MIT. Un team dell’istituto è infatti riuscito a ridurre la complessità circa il funzionamento della quantica nell’hardware, portando tutto al lavoro di soli cinque atomi. Quattro di questi vengono trasformati in porte logiche, utilizzando un laser che riesce a farli sovrapporre senza che vengano distrutti, come accadeva in passato; in questo modo le particelle possono esistere in due differenti stati. Il quinto atomo è quello che fa da vettore e che, fisicamente, trasporta le risposte ottenute dagli altri. Il risultato dimostra non solo che è possibile semplificare il processo con cui si ottengono le informazioni grazie alla quantistica ma anche che basta aggiungere atomi al sistema per implementare la potenza di calcolo. Come è chiaro, anche il concetto di scalabilità assume un significato diverso in questo campo. Nel prossimo futuro, quando ci sarà bisogno di ottenere soluzioni a problemi complessi (come quelli inerenti l’universo) potrebbe bastare sfruttare l’azione di soli cinque atomi. Parti piccolissime della materia che nascondono le risposte ai quesiti più grandi dell’umanità.

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