I micro data center sono il motore che alimenta la trasformazione digitale delle aziende. Basta guardarsi attorno: dispositivi mobili intelligenti e applicazioni si trovano ovunque. E le applicazioni sono essenzialmente generatori di dati, una quantità immensa di dati.
Gli analisti ci parlano di quasi due miliardi di dispositivi mobili nelle mani di utenti di tutto il mondo e di oltre due milioni di app negli app-store principali che generano un miliardo di miliardi di transazioni al giorno a carico delle infrastrutture di data center, secondo i calcoli di IDC. Numeri astronomici. E si prevede che cresceranno a un ritmo esponenziale, a cui bisogna aggiungere i carichi tradizionali che provengono dalle applicazioni di business.
Nell’azienda digitale che vuole cogliere questo momento di trasformazione e abbracciare nuove opportunità di sviluppare prodotti e servizi un tempo impensabili, il data center acquista sempre maggiore importanza e centralità: come elemento abilitante della crescita del business e della capacità di affrontare con risorse adeguate l’evoluzione dello scenario tecnologico. Dai big data ai business analytics, dal mobile alla pervasività del cloud.
Se, infatti, dati e applicazioni sono il motore di questa trasformazione digitale, i data center ne sono il vero e proprio cuore. La trasformazione digitale implica un forte spostamento strutturale verso quella che IDC definisce come la Terza Piattaforma, costituita da mobile, social, big data e cloud, su cui si basa oggi tutta l’innovazione di business, con nuovi servizi e soluzioni costruiti su questa nuova piattaforma. I data center sono il fondamento su cui molti di questi servizi sono realizzati oggi, e il loro ruolo continuerà a espandersi nei prossimi cinque anni. Non solo. Se in passato le applicazioni erano tutte in un unico luogo, generalmente sul desktop o su un server in un data center, oggi si tratta di un lontano ricordo. Le applicazioni sono complesse e interconnesse e quindi l’infrastruttura dei data center di prossima generazione sarà distribuita, interconnessa e sempre più essenziale. L’infrastruttura del data center deve evolversi per tenere il passo con queste richieste di una più ampia gamma di applicazioni, soluzioni e intelligence più profonde.
La crescita della fruizione di contenuti digitali, della raccolta di dati e della modalità di accesso a tali dati dai luoghi più disparati, ha messo in discussione il modello di data center centralizzato. E un modo per rendere fattibile dal punto di vista tecnico ed economico l’elaborazione di grandi quantità di dati in tempo reale è l’ubicazione. La localizzazione distribuita è il fattore abilitante dei nuovi standard di sicurezza, capacità e anche di velocità, assicurando una minore latenza nella gestione e trasmissione dei dati.
Il modello tradizionale dove un singolo data center a migliaia di chilometri di distanza elabora e distribuisce tutti i dati provenienti da tutto il mondo sarà superato da data center più vicini alla fonte: micro data center collocati vicino a dove si trovano le persone e le facility mission-critical, interconnessi e gestisti da software DCIM in grado di gestirne operatività e pianificarne l’evoluzione nel tempo. È ciò che si chiama edge computing. Nuove implementazioni per centinaia di micro data center situati diffusamente nel territorio, in cui la standardizzazione e l’all-in-one saranno fondamentali nell’assicurare affidabilità, operatività e minori costi in CapEx e OpEx, grazie ai programmi di service per il ciclo di vita e di manutenzione preventiva.
Davide Zardo, VP Business IT di Schneider Electric Italy