Le prossime tappe della Digital (Disruptive) Economy. L’industria IT protagonista del cambiamento. La Digital Transformation accelera e si veste di “scalabilità” e “intelligenza”
Quali sono le direzioni di business per il 2016? Cosa ci riservano i prossimi mesi a livello globale ed europeo? Se il 2015 per IDC si era aperto con la previsione di una “accelerazione” (Accelerating Innovation, and Growth, on the 3rd Platform), il nuovo anno e il prossimo futuro dovrebbero presentarci la sfida della leadership nella “DX Economy”, caratterizzata dalla “massive new scale” di innovazione e trasformazione digitale (DX, appunto). A sostenere la vision futura di IDC sono una serie di driver e fattori globali che stanno impattando in modo decisivo le dinamiche dell’industria IT, di aziende e consumatori. Vediamo insieme i principali. “DX” è il primo acronimo che descrive la “disruption” dei processi e del business generata dall’economia digitale. Già introdotti negli anni scorsi, i nuovi modelli di business della “DX Economy” diventano oggi requisito indispensabile per il vantaggio competitivo, generano nuovi investimenti lungo le value chain, dalle infrastrutture fisiche e IT alle business operation, ai servizi. La pervasività è tale da imporre ripensamenti totali nel modo in cui le organizzazioni operano e adottano tecnologie, modelli, sistemi intelligenti per introdurre nuove modalità di relazione nell’ecosistema.
“Cy-Q” è un altro driver significativo che ci proietta nel mondo dell’intelligenza interconnessa, tra sistemi cognitivi, robotica, IoT, realtà aumentata e virtuale, nuovi profili per dati e informazioni. La sfida lanciata dall’uomo stesso alla capacità delle “macchine” di superare l’intelligenza umana, in moltissimi ambiti e applicazioni della vita quotidiana e lavorativa, ha implicazioni a moltissimi livelli. Rimanendo nel solo ambito business, per molte aziende consolidate si tratta di valutare se e in che modo queste dinamiche impattano i processi e le relazioni attuali, quali competitor si affacciano all’orizzonte e quanto questi possono stravolgere gli equilibri facendo leva su “interconnected, informed, interactive, intelligent, cognitive (eco) systems”.
Human factor
Con l’automazione che cresce e invade nuovi campi, quale ruolo quindi per il fattore umano? La “talent quest” è un ulteriore driver a forte impatto: il divario tra la domanda di una nuova generazione di competenze IT e di business digitale, e la capacità dell’offerta di fornire skill adeguati tende ad aumentare. Crescita e competizione nella “DX Economy” dipenderanno anche da capacità di accesso e formazione di nuove expertise in ambiti quali business intelligence, analytics, mobile development, social developers, security, architetture IT.
Non può ovviamente mancare il ruolo del cloud nella vita personale e aziendale: la crescita vertiginosa dei volumi di utenti connessi, ma anche del tempo trascorso online e delle transazioni eCommerce, sta segnando nuovi traguardi (volumi e non solo, si pensi ai black friday online, un grande “attrattore digitale” in tempi compressi). Vita reale e vita digitale si fondono. Dati e attività personali (finanza, salute, localizzazione, attività ludiche, famiglia) e lavorative convergono. I sistemi e i processi aziendali si adeguano per essere gestiti in nuovi ambienti IT e con logiche sempre più personalizzate di (customer) experience.
Produttività e sicurezza
La “big picture” è grande e tanti fattori possono popolare questo quadro. Ne segnaliamo altri due che a nostro avviso sono particolarmente determinanti. La prima è legata al concetto di “IT productivity” nell’era attuale: l’inestimabile valore dell’IT per il business digitale trova come controaltare, quasi paradossale, la difficoltà di misurare il “business output” in un mondo fatto di architetture e soluzioni sempre connesse. Business e processi sono complessi, e la disruption tecnologica e digitale mette in discussione i modelli di valutazione dell’apporto IT al business usati in passato. La seconda riguarda la sfida della cybersecurity, che diventa ancora più complessa, fino a diventare corsa alla “cybersupremacy”. Il confine tra ambito militare e civile già scricchiolante viene abbattuto da nuove dinamiche geopolitiche che rendono ogni singolo soggetto, azienda privata, pubblica, individuo, un potenziale target. Per i decisori aziendali, si tratta di tenere alta l’attenzione sulle implicazioni delle iniziative e delle ramificazioni di business, opportunità e vulnerabilità al tempo stesso, attraverso capacità di analisi, formazione, prevenzione di rischi globali che hanno impatti anche localmente.
Strategie per il futuro
La conseguenza inevitabile di questi megatrend è che, ancor prima che i CIO, saranno i CEO e i vertici aziendali a essere chiamati a costruire strategie di business “DX-centered”. Secondo IDC, entro i prossimi due anni due terzi dei CEO delle “Global 2000” si muoveranno in questa direzione. Crescerà quindi il peso della DX in ambito IT, con il 43% della spesa IT che – entro il 2020 – verrà direttamente assorbito da iniziative di Digital Transformation. Il cloud continuerà a svolgere il suo ruolo primario nelle iniziative DX a tal punto che il legame diventerà indissolubile: gli investimenti infrastrutturali e software cloud-based peseranno oltre la metà nel 2018, fino a raggiungere il 60%-70% del totale entro il 2020.
La capacità delle aziende di innovare sarà anche direttamente proporzionale all’abilità di gestire fonti dati diverse e soprattutto di origine esterna. Crescerà il numero di “data pipeline” che confluirà nelle organizzazioni globali. Quelle impegnate in iniziative strategiche di Digital Transformation aumenteranno dalle tre alle cinque volte l’ampiezza di canali esterni che saranno fonte di “intelligent information”. L’evoluzione dei mercati digitali presenterà inoltre via via nuovi modelli di customer interaction ed experience. In particolare, l’incapacità di scalare i sistemi IT a supporto imporrà nei prossimi due anni una revisione completa delle architetture, per rendere le soluzioni di customer engagement in grado di gestire picchi esponenziali di domanda, clienti e di “touch points” (che si misurano in scala globale).
Le direzioni di sviluppo del mondo IoT saranno improntate alla duplice ascesa da un lato dei devices (raddoppio entro il 2018), dall’altro di nuove applicazioni e soluzioni che operano su infrastrutture IoT (fino a oltre 200.000 entro il 2018). Come avvenuto in passato con le soluzioni analitiche “embedded” nelle applicazioni, così l’intelligenza cognitiva potrebbe essere sempre più integrata nei nuovi sviluppi. Secondo IDC, entro i prossimi due anni oltre la metà dei DevOps team introdurrà nei nuovi sviluppi applicativi funzionalità cognitive in grado di fornire insight in real-time, con potenziali vantaggi inattesi dal punto di vista della produttività.
L’IT protagonista del cambiamento
Impatti così estesi sulle aziende non risparmiano di certo l’industria IT, protagonista primario del cambiamento ma come tale soggetta a cambiamenti epocali, se non drammatici. Secondo IDC, entro il 2020 a livello globale il 30% dei fornitori IT sarà coinvolto in trasformazioni che ne cambieranno assetto e attività (acquisite, incorporate, ridimensionate, o riposizionate su nuovi mercati). È inevitabile quindi che tra gli sforzi delle imprese vada tenuto in conto il tema “Vendor Management” come aspetto strategico per le prospettive di Digital Transformation.
Ma allora qual è la ricetta di fronte a quanto sta accadendo e ci aspetta? Quanto tempo abbiamo? Lo scenario di insieme ci fornisce un quadro di fattori tra loro interconnessi che tracciano una direzione di innovazione. Al tempo stesso ci impone di andare in esame delle singole dinamiche che riguardano aziende di dimensioni e settori diversi, così come competenze, profili e ruolo diversi nelle organizzazioni. Qualunque sia la prospettiva, il nuovo anno si apre all’insegna di fenomeni nuovi ma in costante affermazione, a impatto immediato o di breve termine (differenziato a seconda della “readness”). Altri temi, apparentemente di frontiera, ci impongono comunque di osservare le evoluzioni per valutare le azioni. Con velocità e imprevedibilità non più trascurabili, anche questi presto busseranno alle nostre porte. Buon 2016!