Un nuovo chip RFID sviluppato assieme a Texas Instruments dovrebbe mettere al sicuro le informazioni finanziare conservate sulla tessera. Almeno per un po’
Il problema della clonazione delle carte di credito e del furto di denaro a seguito di un prelievo è ancora evidente. Chi si accinge ad inserire la propria carta all’interno di ATM sa, con probabilità purtroppo alte, di poter essere vittima di un furto di “identità” con conseguente prelievo fraudolento dei propri quattrini. Ma non solo: gli hacker hanno imparato ad intrufolarsi anche nei sistemi di pagamento presenti nei negozi, tanto da poter compiere azioni malevoli anche a seguito di una “strisciata” al pos infetto. Insomma non c’è proprio niente da fare contro eventualità del genere?
Il futuro della sicurezza è l’energia
Dal MIT di Boston stanno studiando una soluzione che, almeno per un po’ di tempo, dovrebbe garantire una certa sicurezza per chi possiede carte di credito. Grazie al lavoro dell’istituto e di Texas Instruments, si è arrivati alla creazione di un nuovo chip RFID a prova di hacker, o almeno così pare. I chip RFID attualmente in suo possono diventare vulnerabili attraverso quello che il MIT chiama “attacco laterale”, che utilizza le variazioni di potenza che passano per il chip come vettore dell’incursione. Qui arriva la soluzione pensata dai ricercatori: un piastrina di energia extra che è connessa direttamente con il chip principale, così da evitare qualsiasi abbassamento di energia e, conseguentemente, delle difese. Quando lo vedremo a bordo delle prossime carte e bancomat? Difficile a dirsi, visto che ora comincia la fase più difficile, quella dei test di fattibilità sul campo.