Collaborazione, mobilità e cloud. Il 2016 secondo Mitel

pettinari mitel

pettinari mitel

Il gruppo, leader nel settore unified communication, abbatte sempre più i confini tra comunicazione privata e professionale grazie a una serie di servizi e un’app cross-platform

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Bastano un paio di numeri per far capire l’importanza di Mitel nel mondo dei servizi di unified communication. Quotata al NASDAQ e alla Borsa di Toronto, l’azienda alimenta più di due miliardi di connessioni business al mondo e serve oltre due miliardi di abbonati di telefonia mobile. Le sue piattaforme sono presenti in oltre 60 milioni di aziende, sparse per più di 100 paesi, e presso 130 fornitori di servizi cellulari. Il 2015 di Mitel si è chiuso con risultati interessanti. A inizio dicembre ha presentato MiCollab, una suite applicativa cross-platform, e una serie di linee strategiche per il futuro. I pilastri restano gli stessi del recente passato (base installata, mobilità, cloud) conditi però da un approccio più attento alle singole categorie di intervento, una stratificazione di business necessaria per incontrare al meglio le esigenze dei clienti.

«Abbiamo osservato attentamente gli sviluppi del mondo enterprise – ci spiega Fabio Pettinari, country marketing director di Mitel Italia – ed è chiaro come la bilancia penda sempre più verso la produzione in mobilità. Oggi, non è così strano compiere molte delle azioni che tempo fa passavano solo da un computer, tenendo in mano uno smartphone. Sempre più persone utilizzano device mobili per accedere a informazioni private e professionali, per motivi di lavoro o svago. Insomma, abbiamo avvertito la necessità di portare strumenti di mobility in oggetti per nulla obsoleti, anzi pienamente integrati nella società. Tutto parte da una considerazione evidente, per nulla ovvia: le barriere tra la comunicazione enterprise e quella tradizionale si fanno sempre più labili. La chiave non è nella differenziazione ma nell’unificazione».

Riduzione dei costi

Tornando ai pilastri essenziali, non si può prescindere dal valore della base installata dal gruppo sia in ambito small che large enterprise. Il parco attuale è la forza del soggetto canadese che nel 2015 ha completato l’acquisizione di Mavenir Systems, leader globale nella fornitura di soluzioni di comunicazione mobile IP per il mondo enterprise su reti 4G/LTE. «Con tale mossa ci siamo assicurati la possibilità di offrire ai carrier soluzioni avanzate di convergenza tra la comunicazione personale e quella professionale. L’affermazione del 4G/LTE su rete globale non farà altro che velocizzare l’adozione di strumenti di collaboration migliori e più veloci. In tale contesto, Mitel vuole far sentire forte la sua presenza».

Leggi anche:  Roma, Hub Telco e Digitale. Il punto di vista di Aruba, Namex, Open Fiber, Sparkle e MIX

Verso lo smart working

La necessità per le imprese di ridurre i costi, migliorare i processi e rendere più flessibile la gestione comunicativa ha spinto l’azienda a porsi come elemento tecnologico abilitante verso l’affermazione dello smart working. Se non è più una rarità il lavoro da casa o l’accesso ai file da smartphone e tablet, serve qualcuno che possa suggerire, ma anche supportare l’adozione di modelli produttivi differenti, slegati da logiche classiche. «La nostra parola d’ordine è rendere l’accesso alla tecnologia il più semplice possibile. Viviamo in un’era di forte passaggio, in cui il popolo dei nativi digitali non ha difficoltà ad approcciare uno stile di vita prettamente fatto di touch e click, mentre in ufficio ci sono generazioni cresciute senza i computer o durante anni di forte cambiamento. Ciò vuol dire che c’è una comprensione diversa di quello che la tecnologia offre. Ma non è un buon motivo per lasciare indietro alcune tipologie di utenti. La semplificazione è dunque un requisito fondamentale per non porre limiti all’utilizzo della tecnologia Mitel.

Mobile enterprise, mobile first

Una dichiarazione di intenti che si traduce in un prodotto lanciato solo qualche settimana fa. «Alla fine del 2015 abbiamo presentato MiCollab, il progetto che meglio di altri sintetizza il paradigma mobile first. Si tratta di un’app per Apple, Android, Windows Phone e BlackBerry con cui comunicare tramite testo, audio e video con singoli colleghi e team di lavoro, attraverso una piattaforma che è anche uno strumento di collaborazione e condivisione file. Il vantaggio è di avere un’interfaccia user friendly, identica su tutti i device, che consente di sfruttare il mobile per il business». Grazie alle integrazioni con i principali sistemi di posta elettronica, MiCollab riesce a gestire autonomamente lo stato di disponibilità (presence) basandosi sugli appuntamenti nel calendario e informando i collaboratori riguardo i prossimi orari di disponibilità. Gli automatismi non finiscono qui: MiCollab, sfruttando il GPS e il Bluetooth dello smartphone, analizza la posizione dell’utente, impostando lo stato di presenza e il comportamento delle chiamate in arrivo a seconda di dove ci si trovi. «Attualmente, il cellulare è molto di più di un telefono. Abbiamo nelle tasche dei veri computer che hanno bisogno di contenuti in grado di sfruttare al meglio le loro potenzialità. L’idea alla base di MiCollab è stata di aprire le mura degli uffici, rendendo disponibili sul dispositivo tutte le informazioni di norma accessibili solo dalla postazione personale».

Leggi anche:  Integrazione tra i telefoni Snom e il SIP Gateway di Microsoft Teams

La vision strategica

Il 2016, cominciato da poco, vedrà Mitel impegnarsi a fondo per assicurarsi una posizione ancora più dominante nel mercato della unified communication. «Nei prossimi mesi punteremo molto sulla ricerca di distributori che sappiano offrire soluzioni di public cloud alle piccole e medie aziende. Lavoriamo sodo per sviluppare il canale indiretto e affidarci a partner che possano svolgere il ruolo di system integrator e aiutare gli utenti finali ad accogliere la digital transformation con le nostre soluzioni software. Vogliamo diventare portatori di innovazione per il mercato, spalancando le porte al futuro. Lo faremo però attraverso un preciso percorso di selezione. Per questo abbiamo attivato un Partner Program che certifichi le competenze dei soggetti che presentano il brand Mitel nel mondo, un sinonimo di qualità e affidabilità per il panorama enterprise».

Innovazione nella PA

Ma non è tutto: Mitel è concentrata anche nel large enterprise, in riferimento alla pubblica amministrazione, che sempre più ha bisogno di svecchiare strumenti e metodi produttivi, seguendo però delle precise linee guida in ambito economico. «Siamo l’azienda che può accompagnare la PA nell’età del digitale, in maniera non drastica e riducendo al minimo i rischi. Lo switch può sembrare difficoltoso ma porta notevoli vantaggi nell’ottica di riduzione di costi e semplificazione di alcune operazioni».

Una presa di coscienza che si realizza in una serie di roadshow che Mitel terrà nell’arco di tutto il 2016, con lo scopo di spiegare i reali benefici nell’utilizzo di software e app. In molti casi, l’utente non riesce a comprendere cosa comporti, nel concreto, adottare un semplice strumento, come un software per la comunicazione in remoto, se non lo prova di persona. «Ci teniamo a ogni singola esigenza del cliente. Sappiamo quanto possa essere traumatico, all’inizio, abbandonare la strada vecchia per la nuova. Non a caso dedichiamo a ogni progetto un team di esperti, che segue le richieste e supporta l’adozione delle tecnologie».

Leggi anche:  Troppi IoT? L’Industria 4.0 ha bisogno di sicurezza

Italia in testa

Tutte le novità di Mitel per il 2016 saranno disponibili in Italia. Sin dall’acquisizione nel 2014 di Aastra Technologies (che nel 2008 si era assicurata la divisione enterprise PBX di Ericsson), Mitel ha posto un’importanza fondamentale nel mercato europeo e italiano. «La fusione è stato un passaggio fondamentale» – conclude Pettinari. «Meno noto come brand, Aastra portava con sé tutta l’importanza della sua storia, un elemento che Mitel ha fatto proprio, assicurando un impegno totale al contesto continentale. La fervida attività degli ultimi anni in Italia ne è l’esempio più lampante».