Bayrob: il trojan che a gennaio 2016 ha colpito il 14,42% degli internauti italiani

Per il 75% dei Chief Security Officer ci sono troppe vulnerabilità nelle applicazioni nonostante un approccio di sicurezza a più livelli

Bayrob si nasconde dietro allegati infetti di false email provenienti da Amazon

Si chiama Bayrob e si maschera dietro allegati infetti di false mail provenienti da Amazon: così questo trojan, conosciuto come minaccia informatica già dal 2007 e rimasto silente per molto tempo, ha registrato da dicembre 2015 un’impennata di infezioni in diversi paesi europei, raggiungendo in Italia, secondo le stime dei ricercatori di ESET, la vertiginosa quota del 14,42%.

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Le mail fraudolente che veicolano Bayrob spesso si celano dietro un finto account di Amazon, che però ad un rapido controllo dell’indirizzo di posta del mittente rivelano non avere nulla a che fare con questa società. L’allegato malevolo si presenta come file ZIP contenente un eseguibile che, se scaricato, lancia un messaggio ingannevole diapplicazione non compatibilementre crea una backdoor che verrà utilizzata dai cybercriminali per prendere possesso del PC ormai infetto, rubandone le informazioni sensibili.Al secondo posto della top5 dei malware di gennaio 2016 sale Win32/Filecoder, un temibile ransomware che cripta i file dell’utente e richiede alla vittima un riscatto in cambio del software di decodifica. Win32/Filecoder nella prima settimana di gennaio ha registrato in Italia il picco di infezioni a livello mondiale con una percentuale del 6,35.

eset top malware

La Top 5 dei malware in Italia si basa su Live Grid, l’esclusiva tecnologia Cloud di ESET, che identifica mensilmente le minacce informatiche globali per numero di rilevazioni.

Win32/Bayrob – rilevato nel 14,42 % delle infezioni

Al primo posto della top 5 dei malware di gennaio 2016 sale Win32/Bayrob, un trojan che si nasconde dietro email fraudolente contenenti file eseguibili che, una volta lanciati, creano una backdoor dalla quale i cybercriminali tengono in ostaggio il PC infetto, rubandone le informazioni sensibili.  Oltre all’Italia, Bayrob ha colpito in Europa la Spagna, con il 22,08% delle infezioni e l’Austria, con il 18,49% delle infezioni.

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Win32/Filecoder – rilevato nel 3,79% delle infezioni

Sale al secondo posto nella classifica mensile Win32/Filecoder, un trojan che nella prima settimana di gennaio ha registrato in Italia il picco di infezioni a livello mondiale con una percentuale del 6,35%. Win32/Filecoder cripta i file dell’utente e richiede alla vittima un riscatto in cambio del software di decodifica. Per infettare i PC in questo caso gli hacker utilizzano diverse tecniche di infiltrazione come download guidati da siti infetti, allegati email, installazione tramite altri trojan o backdoor, o addirittura installazioni mirate.

Win32/TrojanDownloader.Nemucod – rilevato nel 2,76 % delle infezioni

Scende al terzo posto Win32/TrojanDownloader.Nemucod, un trojan che reindirizza il browser a uno specifico URL contenente un software malevolo. Il codice del malware viene di solito inserito all’interno di pagine HTML. Nemucod ha registrato a gennaio 2016 il picco di infezioni in Australia, con una percentuale dell’8,12%, mentre in Europa il paese più colpito è stato il Regno Unito, con il 6,02% delle infezioni.

JS/TrojanDownloader.lframe – rilevato nel 2,68% delle infezioni

Sale al quarto posto della classifica JS/Trojandownloader.Iframe, una serie di trojan che reindirizzano il browser a uno specifico URL contenente un software malevolo. Il codice del malware viene di solito inserito all’interno di pagine HTML.

Questo malware ha registrato il picco di infezioni in Austria con una percentuale del 14,49%, seguita dalla Danimarca, con il 14,09 % e dalla Turchia con il 13,83%.

JS/Kryptik.AZH – rilevato nel 1,66% delle infezioni

Ancora basso nelle percentuali di rilevazione ma in costante ascesa JS/Kryptik, un trojan con un codice malevolo in JavaScript incorporato in pagine HTML. JS / Kryptik di solito reindirizza il browser a un URL dannoso o attua un exploit specifico.

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