Atlas robot: adesso fa paura

Boston Dynamics ha risolto i problemi di autonomia dell’umanoide che adesso può davvero cominciare a vivere senza bisogno di supporto esterno

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Spesso, negli ultimi anni, abbiamo assistito a fenomenali e terrificanti esperimenti della Boston Dynamics, azienda di proprietà Google che costruisce robot in collaborazione con il DARPA, agenzia di ricerca della difesa USA. L’ultimo esemplare di robot umanoide, in grado di supportare il lavoro degli uomini, è Atlas, visto già ad agosto in versione migliorata, anche se connesso per forza di cose ad un cavo esterno che faceva da alimentatore. In quell’occasione lo abbiamo visto camminare e correre (relativamente) per i boschi statunitensi, capace anche di evitare ostacoli e non cadere.

Futuro più vicino

Quello che abbiamo oggi dinanzi agli occhi è un robot che non si differenzia molto dal precedente, se non per una caratteristica essenziale: non ha bisogno di cavetti di connessione per funzionare. Al suo interno c’è infatti una batteria che li permette di girovagare da solo per la città, così come per terreni impervi. La macchina, anche se non è per niente corretto chiamarla così, è alta 175 cm, pesa 82 kg ed è sempre più il ponte di connessione più probabile verso l’umanizzazione della tecnologia, almeno dal punto di vista tecnico. Se conosciamo Atlas per le sue caratteristiche esteriori, meno si sa del cervello che lo guida. Dietro l’Intelligenza Artificiale del progetto di Boston Dynamics c’è il supporto essenziale di Google, da sempre interessata agli sviluppi dell’AI sia come integrazione dei servizi per gli utenti finali che per progetti più avveniristici, in grado di cambiare il mondo.

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