Più la domanda di smartphone scende, più i nomi importanti del panorama mobile cercano di re-inventarsi
I dati delle maggiori compagnie produttrici di smartphone sono chiari: il mercato è più che saturo e difficilmente il 2016 si farà ricordare come un anno proficuo dal punto di vista delle vendite. Cosa fare dunque per non rischiare di mandare in fumo milioni di dollari? ARM, leader nel settore della produzione di chip per smartphone ha la soluzione: inventarsi un ruolo in un altro campo, dove i trend di crescita sono maggiori e il futuro maggiormente roseo. La richiesta di semiconduttori per il mercato dell’automotive aumenterà del 50% raggiungendo i 15 miliardi di dollari entro il 2020. Ed è qui che ARM vuole arrivare.
La strategia
Il CEO Simon Segars ha raccontato a Bloomberg Television in che modo ARM si sposterà gradualmente dal contesto mobile per abbracciare la più ampia mobilità dell’automotive. “Stiamo facendo un grosso lavoro per aiutare a sviluppare i prodotti che verranno resi disponibili nel prossimo futuro” – ha detto, tirando in ballo la guida assistita, l’automazione sui veicoli e le auto senza pilota. Mentre l’industria degli smartphone provvede ad alimentare circa il 45% delle revenue totali di ARM, le tecnologie per le auto rappresentano l’avvenire dell’azienda, visto che solo nel quarto trimestre ci sono stati nove accordi di produzione, sui 51 totali del periodo. Secondo alcune stime, la prossima famiglia di veicoli avrà un set di chip a bordo superiori di sette volte la media di quelli presenti sugli smartphone odierni.