Torino, il caso della donna licenziata per un post su Facebook

La 38enne Daniela Ciampa condivide un post su Facebook dove riporta le lamentele dei genitori per la mensa scolastica dei figli e viene sospesa dall’azienda

Si accendono le polemiche per il caso della donna di Nichelino, comune della prima cintura di Torino e dipendente della ditta che gestisce la mensa scolastica, che era stata sospesa per cinque giorni a causa di un post in cui raccontava le lamentele dei genitori che avevano trovato insetti nelle pietanze servite a scuola ai loro figli.

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“Ho commentato da madre”

«Non ho commentato da dipendente, ma da madre. Mio figlio va a scuola a Nichelino e io pago il servizio», si è difesa Daniela, che per uscire da questa delicata situazione si è dovuto affidare ad un legale. Del caso si sono occupate anche le pagine locali del quotidiano La Stampa, al quale il direttore dell’azienda aveva gettato acqua sul fuoco riguardo all’ipotesi licenziamento, smorzando i toni: «Per ora è una sospensione retribuita».
In seguito però la donna è stata allontanata dal posto di lavoro, azione che l’ha spinta a valutare un ricorso al Tribunale del Lavoro. Il segretario provinciale del Pd di Torino, Fabrizio Morri, definisce «del tutto sproporzionata» questa decisione, che penalizza «in modo ingiustificato e crudele una madre di due figli».

Favorire la trasparenza

«Auspico che il Commissario prefettizio – aggiunge – possa assumere una qualche iniziativa nei confronti della ditta in questione».
Di fatto il caso è diventato di governo, in quanto è stato chiamato in causa il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che avrebbe assicurato alla donna che non verrà licenziata.
Il senatore del Pd, Stefano Esposito, ha evidenziato il fatto che «se passa il concetto che può essere cacciata per un post su Facebook allora si favorisce la logica dell’omertà e non quella della trasparenza».

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