Tim Cook contro Chromebook: “Solo un dispositivo di test”

Il CEO di Apple ci va giù duro contro la soluzione made in Google (senza nominarla). Il cui successo sarebbe la conseguenza di un prezzo basso

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In Italia il Chromebook è solo un miraggio. Divenuto in qualche anno uno degli oggetti tecnologici più utilizzati all’interno delle scuole americane, tanto da essere presente con vari modelli nel 50% delle classi USA, fatica a trovare spazio altrove, anche a causa del panorama frastagliato presente nelle scelte hardware  del contesto educativo e professionale europeo. Poco male perché accaparrarsi un mercato come quello statunitense non è niente male. Lo sa Google, lo sanno i produttori dei suoi Chromebook e lo sa Apple, che pare essere l’azienda più svantaggiata dal recente successo del dispositivo di Mountain View.

Il parere di Cook

Nel corso di un’intervista a Buzzfeed, Tim Cook, CEO di Apple, ha definito la soluzione Chromebook come “macchina da test”, il cui successo sarebbe l’ovvia conseguenza di prezzi bassi, tali da interessare un settore come quello scolastico dove le economie di scala sono importanti. Per questo, Cook ha spiegato che Apple non seguirà la stessa strategia di Google nel campo dell’educazione, continuando a preferire la qualità al prezzo. “Siamo interessati ad aiutare gli studenti ad imparare e i professori ad insegnare – ha detto – non come fanno strumenti di test. Creiamo prodotti che sono soluzioni complete per le persone, permettendo ai ragazzi di scoprire come creare qualcosa e impegnarsi su un livello differente di apprendimento”. Sebbene Cook non abbia mai fatto il nome dei Chromebook, il riferimento a Google e agli altri produttori di computer low-cost è chiaro. Il CEO ha affermato come dispositivi a basso costo non permettano alle persone di accedere ad un ecosistema totale e pienamente accessibile (come lo sono Mac OS X e Windows 10 ndr.), che non limiti lo studio attraverso l’informatica ad alcuni ambiti di utilizzo.

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