L’organizzazione avrà lo scopo di diffondere progetti umanitari basati sulla tecnologia in aree difficoltose del pianeta
Satya Nadella è l’uomo dei motti. Dopo il celebre “Mobile first, cloud first”, che ha indicato la strada strategica che Microsoft avrebbe intrapreso a partire dalla nuova direzione, questa volta torna alla mente la volontà di: “Aiutare ogni persona ed ogni organizzazione sul pianeta a raggiungere più obiettivi”. Per farlo, l’azienda si servirà di quello che sa fare meglio: la tecnologia. La nascita di Microsoft Philanthropies rappresenta un nuovo tassello nella lunga storia del colosso di Redmond, soggetto principale della rivoluzione informatica ma attivo su tanti fronti, tra cui il supporto alle giovani idee imprenditoriali attraverso i programmi startup.
Il contenitore
Ora le singole idee di sviluppo convogliano all’interno di un unico contenitore, capace di gestire e promuovere progetti che facciano dimenticare un paio di punti che ad oggi rappresentano ancora un forte digital divide in molte aree del mondo: il limitato accesso a strumenti informatici che possono permettere alle persone di costruirsi un futuro migliore; la mancanza di educazione in alcune discipline, soprattutto Scienza, Informatica, Ingegneria e Matematica (STEM), che rende impossibile la formazione di professionalità determinanti per la vita civile; la stanzialità di individui in zone fisicamente non raggiunte da internet e che, per questo, incontrano ostacoli nel recepire informazioni importanti per la loro vita. In cosa si tradurrà concretamente Microsoft Philanthropies? Difficile dirlo ma il gruppo ha già messo sotto la lente diverse compagnie che possono aiutarlo a raggiungere determinati obiettivi. Ad esempio alcuni istituti di formazione hanno già beneficiato di 75 milioni di dollari, investiti da Microsoft, per incentivare l’educazione scientifica ed informatica per i prossimi anni.