Istruzioni per startup innovative

A lezione di crowd investment 

Siete stati tra i primi finanziatori di Larry Page? O vi mordete ancora le mani per non aver creduto in quella idea? Se avete fiuto per le startup innovative che diventeranno le grandi imprese di domani, allora nella vostra cassetta degli attrezzi non possono mancare gli strumenti di finanza alternativa. Ma per evitare fallimenti improvvisi, la prima lezione da imparare subito è questa: «Il crowd investment finanzia imprese e non idee». Ce lo spiega molto bene Tommaso D’Onofrio nel suo ultimo libro “Crowd investment.

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Il crowdfunding per le imprese innovative” (Guerini Next). La seconda lezione da imparare è capire come usare l’equity-based crowdfunding (ovvero l’investimento online di acquisto di un vero e proprio titolo di partecipazione in una società). La terza è come costruire in modo corretto il business plan di un’impresa innovativa, campagna e piano di comunicazione compresi.

Dopo il crowdfunding delle origini, in altre parole quello legato a ricompense di tipo morale (donation-based) o di valore non sempre definito (reward-based), si è sviluppato un altro modello più regolamentato che si avvicina ai nuovi schemi della finanza alternativa, come il venture capital e il private equity. Stiamo parlando dell’equity crowdfunding, un modello che con questi strumenti finanziari sa dialogare in modo molto più vantaggioso del crowdfunding tradizionale e che si avvia ad avere un ruolo importante per lo sviluppo di startup caratterizzate dall’innovazione e dalla tecnologia.

Come AD di Assiteca Crowd (piattaforma di equity crowdfunding autorizzata dalla Consob) e come esperto della Commissione Europea all’interno dell’European Crowdfunding Stakeholder Forum, Tommaso D’Onofrio ci offre una guida pratica per imparare a costruire una campagna, valorizzare un business plan innovativo ed entrare nelle metriche del fenomeno. In molti casi, progetti con elevato grado di innovazione, che hanno già raggiunto il livello di “reduction to practice”, si infrangono di fronte alla difficoltà nella ricerca di un mercato finale interessato al prodotto o al servizio. D’Onofrio ci mette in guardia da tutti i possibili rischi e ci mette a disposizione una lista ben fatta delle cose da fare e delle regole del gioco.

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