Le Industry Cloud sono modelli innovativi che poggiano sul cloud sia come piattaforma abilitante sia come canale di delivery per servizi e soluzioni as a service verso l’interno e l’esterno delle aziende
La costante e continua espansione della Terza Piattaforma dimostra di portare innovazione in molti modi. La convergenza di cloud, social, mobile, big data e analytics ha messo le aziende nella condizione di incrementare notevolmente le proprie capacità e potenzialità, rendendo accessibile everywhere and anytime le risorse ICT necessarie. Non solo, la Terza Piattaforma si pone come abilitatore per lo sviluppo di nuove tecnologie che diventeranno core in un futuro non molto lontano e che anzi in alcuni casi sono già realtà. Tali tecnologie sono quelle che IDC chiama Innovation accelerators e comprendono: robotica (dai droni alle self-driving car), interfacce naturali (sistemi in grado di far interagire le persone con la Terza Piattaforma), stampa 3D (trasformare in oggetti fisici modelli digitali), Internet of Things (IoT – oggetti iperconnessi per generare nuove informazioni e nuovo valore), sistemi cognitivi (sistemi che osservano, imparano, analizzano e creano nuove idee) e sicurezza di nuova generazione per affrontare l’espansione della Terza Piattaforma.
Se però da un lato la Terza Piattaforma riguarda le tecnologie che abilitano il miglioramento di specifiche metriche (o specifici KPI) come efficienza, qualità, costo e velocità, dall’altro questa ha dato vita a un modello di business radicalmente nuovo. IDC identifica questo modello, che viene abilitato e si poggia sul cloud, con il termine di Industry Cloud, destinato a guidare nel corso dei prossimi anni l’innovazione di ciascun settore.
Partendo dal cloud o meglio stando above the cloud, l’innovazione non è più riferita alla tecnologia o al miglioramento incrementale di singoli KPI, ma è alla guida di una trasformazione dirompente legata alle operation e quindi focalizzata direttamente sull’incremento dei ricavi e sulla generazione di nuovo valore per il business.
Che cosa significa?
Con Industry Cloud si fa riferimento a servizi IT che presentano una serie di caratteristiche tecniche, di business e operative quali: servizi IT standard e condivisi; soluzioni pacchettizzate e pre-integrate con API e interfacce utenti standard; applicazioni, infrastrutture e set di dati progettati per una o più funzioni vertical specific e con funzionalità di self-service provisioning; rispetto delle normative di settore. Inoltre le Industry Cloud sono comunemente formate e offerte come piattaforma attraverso partnership tra imprese utenti finali e uno o più vendor IT o cloud provider IT. Sebbene ogni mercato avrà i propri driver nel creare una Industry Cloud, IDC ritiene che saranno classificabili in uno dei seguenti tre modelli.
- Il modello Information-driven prevede l’aggregazione di dati e informazioni da molteplici aziende che operano nello stesso settore, che una volta analizzate possano contribuire a generare valore e insight per tutti i partecipanti alla specifica Industry Cloud.
- Nel modello Operationally-driven un’azienda utente mette a disposizione le proprie capacità operative attraverso il cloud in modalità as a service alle altre aziende che operano nello stesso settore. Ogni area operativa di un’azienda (finance, HR, supply chain, acquisti, etc.) ha le potenzialità per diventare una Industry Cloud, a patto che sia in grado di creare valore attraverso la riduzione dei costi, la mitigazione dei rischi, la condivisione delle risorse e dei vantaggi operativi.
- Il modello Technology-driven è molto simile concettualmente a quello operativo ma ha un focus più orientato alle capacità IT come storage, server, analytics fino ad arrivare all’intero data center.
Ciascuno di questi modelli non è impermeabile rispetto agli altri, anzi è assolutamente probabile che mentre ogni singola Industry Cloud partirà aderendo a uno di essi, con il tempo potrebbe eventualmente e plausibilmente espandere il proprio raggio d’azione tanto da coprire tutti e tre i modelli.
Solo una questione di cloud?
A questo punto, per meglio comprendere il fenomeno delle Industry Cloud, è importante sottolineare il ruolo che viene giocato dagli analytics. Le Industry Cloud necessitano di una forte capacità analitica in quanto devono guidare le aziende nell’evoluzione dei processi decisionali e nelle attività di intelligence, supportandole soprattutto nel modo in cui le aziende utilizzano i dati all’interno dei propri processi IT e di business. Storicamente, le aziende hanno prestato molta attenzione all’ottimizzazione dei processi, tuttavia in passato le revisioni venivano guidate da esperienze personali, da attività ripetitive e dal successivo fine tuning. Quando le aziende sono entrate nell’era dell’Informazione, alcune decine di anni fa, si è assistito alla nascita di modelli decisionali che partivano dall’analisi dei processi, sviluppavano un algoritmo che alimentato a sua volta da un sempre maggior numero di informazioni guidava le aziende all’ottimizzazione. Con l’avvento dei Digital Network assisteremo a uno shift fondamentale in cui invece di applicare i dati a un processo, si renderà necessario seguire il percorso inverso, in cui i network digitali faciliteranno un approccio che parta dal dato, lasciando poi alle attività di discovery il compito di estrarre quel valore che farà da guida al processo e alla sua revisione.
Chi sono e chi saranno i player del mercato?
Al pari dell’impatto che le Industry Cloud avranno sulla revisione dei processi all’interno delle aziende, lo sviluppo di questo mercato avrà importanti ripercussioni anche per quanto riguarda il ruolo dei player creando nuovi e innovativi modelli di collaborazione o concorrenza tra service/cloud provider tradizionali e utenti finali. Secondo IDC, sono tre i possibili modelli di deployment delle Industry Cloud.
Il primo (e forse il più difficile) vede come unico player il vendor. In questo caso tuttavia ciò che differenzierebbe l’offerta di servizi cloud tradizionali da quella Industry Cloud è che la piattaforma dovrà essere in grado di creare valore attraverso la riduzione dei costi, la mitigazione dei rischi, la condivisione delle risorse e dei vantaggi operativi. Il punto critico di tale modello è dimostrare di essere effettivamente in grado di operare per portare dei vantaggi all’intero settore con la condivisione e l’utilizzo delle informazioni e delle best practice.
Nel secondo, un’azienda in collaborazione con il proprio dipartimento IT decide di rivendere la propria esperienza, le proprie competenze e la propria soluzione – sviluppata in casa o con un elevato livello di customizzazione verticale – alle aziende che operano nel suo stesso settore e si offre come cloud solution provider. Queste offerte sono generalmente costruite partendo da una serie di best practice settoriali particolarmente attraenti per le altre aziende del settore. Pur sembrando il più semplice da attuare, tale modello è anche il meno diffuso. Nel terzo e maggiormente diffuso, l’azienda coopera con un IT vendor al fine di costituire una Industry Cloud. Questa joint venture potrebbe essere costituita solo da questi due soggetti, tuttavia il mercato presenta situazioni che coinvolgono per esempio un cloud provider, una società di venture capital e un service provider che eroga servizi professionali. A prescindere dal modello, IDC ritiene che lo sviluppo delle Industry Cloud porterà a una rottura nella value chain tradizionale, introducendo forti e potenti fenomeni di disintermediazione. Per questo motivo è importante che tutti gli attori comincino fin da ora a pianificare la propria strategia per non farsi trovare impreparati.
Sergio Patano, research & consulting manager di IDC Italia