Il futuro, a portata di mano

Intelligent Technology Index 2018: l’IT italiano tra luci e ombre
Insight ha rilasciato i risultati dell’Insight Intelligent Technology Index 2018

Le previsioni high-tech per il 2016 secondo i trend individuati da Gartner e Harvard Business Review come “cibo per la mente” di CIO e manager. Buon nuovo anno a tutti

Tempo di nebbie (a Milano il fenomeno è tornato come non lo si vedeva da anni), tempo di oroscopi. Anche quelli, appena più credibili, che riguardano le tendenze tecnologiche più “impattanti” del momento. Per l’ultimo numero del 2015, vi raccontiamo le previsioni che Gartner e Harvard Business Review rivolgono espressamente alle organizzazioni aziendali, suggerendo loro di drizzare le antenne davanti a quelle che potrebbero rivelarsi ottime opportunità di crescita e innovazione nel quinquennio che ci porterà fino al fatidico “Venti-Venti”. In occasione del simposio globale di Gartner, David Cearley ha evidenziato tre tipologie di innovazioni. Alcuni trend riguardano la convergenza tra mondi fisici e virtuali, un fenomeno che Cearley riassume nel termine digital mesh, il reticolo digitale che avvolge in misura crescente persone e oggetti. Il digital mesh è proprio il primo trend osservato, una nuvola al tempo stesso fisica e intangibile che mette in relazione consumatori, comunità, amministrazioni pubbliche, scuole, ospedali comprendendo dispositivi IT tradizionali, wearable, elettronica di consumo, veicoli, impianti e una galassia indefinita di sensori sparsi per l’ambiente. Prima di Internet, molti di questi “nodi” erano isolati, per poi ritrovarsi collegati, insieme ad altri, a qualche sistema di backend. Con il digital mesh, anche questi sistemi di nodi interconnessi cominceranno a comunicare e a generare informazioni collettivamente, con conseguenze difficili da immaginare ma che andranno in qualche modo governate e messe a frutto. Nell’ambito di questo gruppo di innovazioni, Cearley colloca anche le nuove interfacce utente della “Ambient User Experience” come opportunità per i programmatori delle app nell’immediato futuro e per il promettente settore dei nuovi materiali che potranno essere utilizzati con le tecniche di stampa 3D, (Cearley cita per esempio le leghe di nickel, le fibre di carbonio, il vetro, l’inchiostro elettroconducente, ma anche i semiconduttori e le sostanze farmaceutiche e biologiche, tutte cose che potrebbero avere profonde conseguenze sull’intero settore manifatturiero). Un altro gruppo di tecnologie in forte evoluzione è quello dei processi di business “algoritmici”. «Gli algoritmi, fatti di relazioni e interconnessioni, definiscono il futuro del modo di fare business» – ha detto Cearley. «Una modalità in cui molti eventi accadono in background, senza il diretto coinvolgimento delle persone nelle decisioni». Uno scenario inquietante? Non se sapremo dominare le tre tendenze della Information of Everything, dell’Advanced Machine Learning e degli Autonomous Agents and Things.

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I quattro trend “architetturali”

Di particolare interesse per i Cio che non vogliono farsi cogliere impreparati dal 2020 sono infine i quattro trend “architetturali” individuati da Gartner, che parla di architetture per la sicurezza adattativa; di architetture di calcolo per i sistemi avanzati (in cui avranno un ruolo crescente le Gpu e le Fpga), di architetture destinate alle “mesh app” e ai relativi servizi; e di piattaforme per la Internet of Thing. Fanno il paio con l’oroscopo tecnologico di David Cearley le dieci previsioni che Daryl Plummer (sempre di Gartner) ha formulato in merito ai processi organizzativi. Dopo una attesa tanto lunga è difficile, ma riuscite a immaginare un mondo finalmente dominato dall’intelligenza artificiale, in cui il 20% dei contenuti analitici di settori non saranno scritti da esperti umani e giornalisti ma da robot? O in cui il 5% di tutte le transazioni economiche (non borsistiche) avranno come protagonisti software autonomi? O in cui le “smart machines” andranno a sostituire, nelle aziende più innovative, dipendenti e manager? Eppure è quello che sostiene Plummer quando afferma che nel 2018 quattro aziende su dieci avranno una “forza lavoro” caratterizzata da una maggioranza di “istanze informatiche smart” e che tre milioni di operai, a livello globale per fortuna, non avranno un capo umano, ma un “robo-boss”. In questa visione vagamente apocalittica ci saranno, come sempre, grandi opportunità per la sicurezza. Occhio in particolare al nascente fenomeno del cyber-vandalismo che colpirà gli edifici intelligenti e a una cloud security che coinvolgerà sempre di più gli utilizzatori dei servizi SaaS e PaaS.

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Nuova generazione di “bot”

Dopo i puntuali scenari tracciati da Gartner, gli otto trend analizzati dalla futurologa Amy Webb per la Harvard Business School possono sembrare generici, ma in questo senso possono essere ancora più stimolanti proprio perché vengono proposti come una serie di spunti di riflessione ai veri destinatari della prestigiosa rivista: i manager. Il primo fenomeno che la Webb suggerisce di osservare è lo sviluppo di software per il rilevamento automatico della personalità di consumatori, acquirenti, dipendenti di un’azienda. Così come gli algoritmi servono a valutare statisticamente i rischi di un investimento o di un contratto assicurativo, possiamo servirci di algoritmi per cercare di anticipare il comportamento delle persone. Analoghi automatismi troveranno spazi nella nuova generazione di “bot” agenti software capaci di affiancarci nelle decisioni, con l’arrivo di assistenti ancora più smart e autonomi di Apple Siri.

Tuttavia, dagli automatismi, avverte Amy Webb, potranno derivare anche una nuova categoria di problemi. Dopo i “bachi” che attaccano le singole linee di codice sorgente, avremo a che fare con i “glitch”, gli intoppi legati a situazioni imprevedibili – una connessione troppo lenta, un server indisponibile, un Ocr che restituisce “roma per toma”. Tutte situazioni che dovranno essere governate con l’aiuto di sistemi di monitoraggio e controlli più approfonditi ed esaurienti.

Droni, quanti e neuroscienza

Le altre previsioni includono addirittura il nostro spazio aereo, oggi organizzato per un traffico dominato da velivoli commerciali e militari di tipo convenzionale, ma da domani destinati probabilmente ad accogliere una rilevante quantità di droni civili. È possibile, sempre secondo Amy Webb, che presto le quote di volo più basse saranno riservate ai piloti di velivoli teleguidati. Si parla poi di informatica quantistica, una novità recentemente corroborata dalle dichiarazioni congiunte della Nasa e di Google, e di “conoscenza aumentata”, cioè di vere e proprie protesi Internet delle nostre capacità neurocognitive. Ma su una delle otto tendenze high-tech di cui parla Harvard Business Review concordano un po’ tutti in questo momento. Blockchain, il “registro” condiviso e distribuito delle cryptovalute alla Bitcoin, sta per essere esteso a molte forme di transazione, in particolare l’autenticazione, la firma elettronica, la contrattualistica. E potrebbe costituire un cambiamento epocale per molte delle nostre relazioni.

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