Secondo l’M2M Barometer 2015 presentato da Vodafone a Milano, la Machine-to-Machine communication sta già creando nuovi prodotti e modelli di business
Vodafone in Italia è molto ottimista sul futuro delle comunicazioni machine to machine come parte fondante della Internet degli oggetti. Un ottimismo basato sulle cifre che questo mercato comincia a macinare, e non solo nel comparto al momento più consistente, la connected car. Ma anche sul ruolo che l’operatore globale vuole occupare come player in grado di fornire, insieme all’infrastruttura di trasporto, una completa piattaforma di servizi di rete intelligente, integrazione end-to-end e persino hardware. Come ha ricordato Erik Brenneis, director della divisione M2M di Gruppo Vodafone, l’acquisizione, in Italia, del gruppo Cobra, specialista in servizi di protezone antifurto e tracciamento per auto, è una delle operazioni che ha portato alla creazione di Vodafone Automotive. Il brand subentrato a Cobra può contare su una presenza ingegneristica in Italia, Giappone e Corea del Sud, e fabbriche in Italia e Cina. Il nuovo braccio automotive di Vodafone rifornisce il nascente settore della connected car con soluzioni su misura di telematica “in car” e sicurezza rivolte alle maggiori case automobilistiche e alle assicurazioni «Oggi nelle sedi di Varese e Busto Garolfo continuiamo ad assumere personale per lo sviluppo software destinato a una realtà in costante crescita,» ha dichiarato Brenneis a Milano, in occasione dell’evento di presentazione dell’M2M Barometer, lo studio annuale che l’operatore conduce sullo stato di salute del mercato della comunicazione tra oggetti.
Occupandosi dei dati relativi all’Italia di questo barometro internazionale, Manlio Costantini, direttore della divisione Enterprise di Vodafone Italy, ha detto che il nostro mercato della Internet delle cose comincia a diventare un fenomeno consistente, con 8 milioni di oggetti connessi, in maggioranza attraverso le sim della telefonia cellulare e 1,15 miliardi di valore complessivo. «La quota di mercato di Vodafone, i cui volumi sono cresciuti nel comparto del 76%, si attesta sul 43% del totale.» A livello globale, dove le stime parlano di 1,3 miliardi di oggetti in rete nel 2020, l’obiettivo è di 100 milioni di connessioni firmate Vodafone.
Quel che più conta è che le applicazioni che hanno al centro la comunicazione tra macchine sono definitivamente entrate nel radar di tutte le aziende in Europa (che secondo Brenneis sta superando l’Asia per creatività e numero di iniziative) e nel resto del mondo. «La M2M – dice Costantini, è una realtà per quasi l’80% delle imprese italiane, una realtà in grado di incidere sui modelli di business e sul lancio di nuovi prodotti e servizi». Costantini ha per esempio citato il caso di Piaggio, con la sua innovativa bicicletta elettrica connessa, la Wi-Bike, o del collare Kippy, proposto dall’omonima startup italiana per il controllo a distanza dei nostri amici a quattro zampe.
In termini di livelli di adozione, il settore delle utilities ed energia è secondo l’M2M Barometer 2015 quello più attento e denso di iniziative, seguito dall’automotive, dal retail, elettronica di consumo e healthcare. Nell’area dimostrativa allestita per questa presentazione, una nutrita serie di esempi, dalla soluzione che Acantho sta testando nel modenese per il telecontrollo di 20 mila contatori dell’acqua a sofisticate vending machines di Argenta e Ferrero Rocher, che sfruttano la M2M per ottimizzare i cicli di manutezione, distribuzione della merce o dematerializzare del tutto la fase di pagamento. «La capacità di Vodafone di coprire end-to-end le esigenze delle aziende che entrano nella Internet delle Cose è, insieme alla copertura globale che siamo in grado di offrire, un forte elemento differenziante,» ha concluso Brenneis citando anche l’impegno di Vodafone per rendere ancora più estesa la sua rete, anche attraverso una nuova infrastruttura narrowband che presto affiancherà gli accessi 2G-4G (e in futuro 5G) già disponibili.