Cisco, “collaboration” senza confini

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Nasce Spark, che riunisce via cloud in un’unica piattaforma tutte le forme di collaborazione e comunicazione unificata, che in casa Cisco si identificano con il termine di “collaboration”

“La nostra visione è sempre stata quella di fornire una unica experience di collaboration che consente di abbracciare tutte le modalità tipiche della comunicazione, a iniziare dai tre strumenti classici, cioè messaggistica, riunioni e chiamate”, esordisce Michele Dalmazzoni, Collaboration architecture leader di Cisco Italia, presentando a Milano la nuova piattaforma Spark. Definita dall’azienda “rivoluzionaria”, in quanto porta sul cloud la collaborazione, la nuova proposta permetterà anche ai telefoni e ai sistemi di videoconferenza di Cisco di andare nel cloud e accedere a una vasta gamma di servizi. Dato che, come ricorda Dalmazzoni, “Cisco è uno dei pochissimi player presente in tutti i sotto-mercati della collaboration, grazie al nostro approccio che affronta i diversi servizi in maniera integrata, l’idea è quella di portare la collaboration in qualunque tipo di ambiente (che sia una sala, un ufficio, un auditorium o anche un’aula), su ogni tipo di scrivania, e in tutto l’universo della mobilità”.

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Tre annunci in uno

E in effetti le promesse di Cisco Spark, che si esplica in tre aspetti diversi, cioè il servizio Spark vero e proprio, al quale si aggiungono i servizi ibridi per collegare in cloud i sistemi telefonici esistenti, e infine i servizi Spark per gli sviluppatori, sembrano essere rilevanti. Infatti, nelle parole dell’azienda, “Cisco Spark fa accedere a meeting, messaggistica e chiamate in modo così semplice che è difficile dire dove finisce l’uno e inizia l’altro: per esempio, con un semplice clic è possibile trasformare una telefonata in una videoconferenza, e agendo sul touchscreen è possibile spostare una videochiamata da un sistema fisso al proprio cellulare e ancora a un altro sistema fisso collocato in un’altra stanza, in modo da non perdere nulla quando è indispensabile spostarsi”.

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Il ruolo di Partner e sviluppatori

Fondamentale anche la presenza dei Cisco Spark Hybrid Services per collegare nel cloud i sistemi di telefonia già presenti nelle aziende, per salvaguardare gli investimenti e offrire nuovi servizi attraverso il cloud computing. “Si tratta di servizi sulla ‘nuvola’ completamente gestiti e operati da Cisco, ma sempre rivenduti dai nostri Partner, che comprendono anche i classici service provider come Telecom Italia”, ha tenuto a sottolineare Dalmazzoni, assicurando che “così come facciamo da sempre con il servizio Cisco WebEx, anche in questo caso non cambiamo il nostro modello di go-to-market, andando però sempre più verso un cloud non più solo ‘powered by Cisco’ ma operato al 100% da noi, senza che cambi il ruolo dei partner che rimangono fondamentali”. Anche perché non bisogna dimenticare che “per il mercato italiano il cloud è doppiamente importante in quanto rende possibile o facilita l’accesso a servizi di tipo enterprise class anche alle piccole e medie aziende”, ha fatto notare Dalmazzoni.

Infine, la nuova piattaforma dà ampio spazio agli sviluppatori, con Cisco Spark for Developers che fornisce API aperte per far sì che gli sviluppatori possano creare app innovative che diano ulteriore valore a Spark: “la parte applicativa ha sempre un ruolo fondamentale per noi. A questo riguardo, siamo avvantaggiati anche dalla recente acquisizione di Tropo, attiva nella realizzazione di API e SDK per le comunicazioni voce e SMS in cloud, con una vasta comunità di sviluppatori al suo attivo”, ha concluso Michele Dalmazzoni.