World Press Freedom 2015: ecco gli stati nemici di internet

Anche quest’anno l’associazione Reporters Without Borders ha stilato la classifica delle nazioni dove il web è più libero. L’Italia cala vertiginosamente

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Si fa tanto parlare di censura della rete, libertà di parola e social media. I paesi più spesso citati in questo caso sono gli stessi: Turchia, Nord Corea, Egitto, Arabia Saudita. Ma i restanti? A dire il vero la democratizzazione della rete non se la passa bene in tanti altri posti, e anche in Italia perde posizioni. Non c’entra molto la lotta al terrorismo; qui si parla di rendere indisponibili intere piattaforme, come Facebook e Twitter, e non di tracciare gli utenti a scopo di indagine o sicurezza nazionale.

I numeri

Nel 2015 Reporters Without Borders riporta i cinque paesi “nemici” della rete, ovvero gli ultimi nella classifica del World Press Freedom Index 2015, non necessariamente quelli più conosciuti a livello mediatico. Come si legge dal documento, si tratta di Cina, Siria, Turkmenistan, Korea ed Eritrea. Fuori ad esempio la Turchia che, rispetto allo scorso anno, guadagna pure posizioni, dentro invece la Cina che nel 2014 era di poco sopra la top five degli stati più attenti a censurare internet. E l’Italia? Un anno a dir poco deludente per il nostro paese che passa dalla posizione 49 in quanto a libertà della rete alla numero 73, con un punteggio di “abuso” degli organi media di 43,31; si tratta dello score che indica la violenza e il linguaggio utilizzato contro giornalisti e altri sistemi di informazione durante l’anno, spesso a seguito di notizie considerate poco edificanti per politici e personaggi pubblici.

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