L’ecosistema di Passepartout, cloud e tocco femminile

barbara_reffi_passepartout

Ottimizzazione e risparmio delle risorse. Le soluzioni in cloud di Passepartout sono la risposta a queste esigenze. Nessun costo fisso per i servizi e nessuna manutenzione dell’infrastruttura

Passepartout nasce nel 1989 con la mission di supportare lo sviluppo del business di aziende, commercialisti e operatori del settore ospitalità e vendita al dettaglio tramite un software gestionale al tempo stesso semplice da usare, affidabile e flessibile, per adattarsi alle esigenze in continuo mutamento dei clienti. «A differenza delle altre software house, noi siamo un’azienda spiccatamente tecnica. è un tecnico il presidente, Stefano Franceschini, e tutto l’organigramma aziendale riflette questa impostazione. Si tratta dell’identità stessa della compagnia, di cui siamo molto orgogliosi. E siamo anche l’unica software house totalmente cloud» – ci spiega l’AD, Barbara Reffi. Questa caratteristica è all’origine di molte delle novità proposte dall’azienda per quanto riguarda le linee d’offerta. Per Passepartout, il cloud deve abilitare funzionalità sulla “nuvola”, ma i servizi devono poter essere utilizzati in modalità sia online che offline. Lavoro connesso quando c’è rete, lavoro in locale quando non c’è, e il sistema si aggiorna in automatico quando viene ristabilita la linea. L’azienda si è mossa in questa direzione, per esempio, con i nuovi strumenti Sprix, all’interno della piattaforma MEXAL, per le verticalizzazioni e lo sviluppo di app per i device mobili. E con l’esclusiva tecnologia “Undercloud”, Passepartout ha reso completamente cloud tutta la propria offerta. «Una delle sfide principali dell’IT di oggi è legata all’ottimizzazione e al risparmio delle risorse» – prosegue Reffi. «Le soluzioni in cloud sono la risposta a queste esigenze». Nessun aggiornamento della soluzione a carico del cliente, nessun costo fisso per i servizi acquistati, nessuna manutenzione dell’infrastruttura: tutto è a carico del service provider, mentre l’utilizzatore finale risparmia tempo e denaro per concentrarsi esclusivamente sul proprio business.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nuovi modelli e opportunità

Anche per i partner

«C’è comunque chi vede possibili criticità anche in questo modello. Per esempio, i partner temevano una sovrapposizione di competenze, che però non sussiste. Oggi, tutti sono soddisfatti del nostro live update. Il segreto secondo noi è spostare il focus su attività a maggior valore, che solo risorse con le competenze adeguate possono fornire». L’intervento dell’amministratore delegato a Passwor(l)d, la convention aziendale di San Marino, è ruotato intorno al concetto dell’ecosistema composto dall’azienda e dalla rete dei partner. «è fondamentale creare una forza combinata che si alimenti del contributo di tutti, facendo crescere in maniera esponenziale le opportunità di business, senza peraltro neanche troppa fatica» – spiega Reffi. Spesso, le soluzioni migliori sono già disponibili all’interno dell’ecosistema stesso, senza bisogno di cercarle altrove, ma occorre sviluppare la collaborazione e la comunicazione per essere a conoscenza delle novità. «Ci sono aggiornamenti importanti anche nell’ambito della nostra offerta indirizzata al settore Ho.Re.Ca., dove le soluzioni dedicate sono multilingua. Va sottolineato che l’idea di ecosistema non va applicata solo al mondo dei partner, ma anche al complesso delle nostre soluzioni. Si tratta di prodotti e servizi altamente integrati tra loro. Non forniamo unicamente software gestionali, ma soluzioni adatte a gestire tutti i settori dell’attività dei nostri clienti».

Crescita e nuove sfide

Oltre alle incombenze che il ruolo di amministratore aziendale comporta, Barbara Reffi si occupa anche dell’immagine di Passepartout. «Uno degli obiettivi che perseguiamo è l’uniformità di comunicazione, e non solo all’interno dell’azienda. Anche questo fa parte della nostra strategia di ecosistema. Abbiamo per esempio risorse dedicate a seguire l’immagine dei partner, fornendo loro supporto in modo da essere allineati con la nostra comunicazione. Per me, essere AD di Passepartout è una sfida affascinante perché ha significato ridefinire ruoli e priorità. Come tutte le sfide, è anche una formidabile opportunità di crescita, e devo confessare che le soddisfazioni sono tante». Portare un contributo femminile al business può essere un fattore importante ai fini del successo, perché le donne sono portatrici di una sensibilità “diversa” rispetto a quella maschile. «La ricchezza dei punti di vista è sempre utile per confrontarsi e imparare. La convention del mondo Passepartout mi è sembrata utile per presentare le novità e scambiarsi idee. è sempre possibile migliorare ma credo che grazie al lavoro di tutto il nostro ecosistema, raggiungeremo i traguardi di eccellenza che ci siamo prefissati».

Leggi anche:  Cresce la voglia del Cloud