Una serie di speaker per parlare delle opportunità e dei vantaggi nell’adozione delle nuove tecnologie da parte delle aziende del Paese. Con dei limiti tutti italiani
Itway, gruppo internazionale che progetta, produce e distribuisce soluzioni e tecnologie abilitanti per il business, ha organizzato anche quest’anno l’incontro “Mobile Era”. Si tratta di un evento in cui professionisti del settore IT discutono dell’attuale panorama nazionale e delle modalità con cui approcciare un mercato, quello dell’hi-tech professionale, che di anno in anno si evolve sempre di più anche se non sempre viene inteso come vero portatore di valore.
Nonostante il mercato dell’enterprise mobility offra un buon ventaglio di offerta, spesso si scontra con la convinzione che le innovazioni tecnologiche non diano un vantaggio reale nel mondo del lavoro. Di chi è la colpa o meglio: quale processo bisogna rivedere o incentivare? “Il problema è che in Italia, quando si parla di mobilità a livello aziendale, si intende sempre il dispositivo hardware in quanto tale – ci spiega Massimiliano Moschini, VMUG Board Member & VMware Brand Specialist di Itway VAD – e non le capacità del software intrinseco. Con questo voglio dire che i responsabili intendono il passaggio ad un processo di mobilità quasi esclusivamente come costo da sostenere e non come apertura verso un mondo digitale più ampio”.
L’indipendenza del Byod
Questo concetto non stride un po’ con il successo di Byod? “Non proprio – prosegue Moschini – anzi è un’ulteriore prova di quanto detto prima. Le aziende permettono ai propri dipendenti di utilizzare i loro dispositivi e li lasciano decidere come approcciare alcuni contesti che in realtà dovrebbero gestire internamente. Parlo del salvataggio dei file su Dropbox o dell’utilizzo di programmi non certificati per accedere, editare ed inviare documenti con informazioni sensibili, che dovrebbero essere protette o perlomeno residenti su piattaforme parte dell’infrastruttura”.
Secondo Itway, si entrerà in un’era mobile matura quando smartphone e tablet (ma in generale tutti gli oggetti connessi utili al fine aziendale) verranno considerati indipendenti e non più surrogati dell’hardware presente nel perimetro dell’ufficio.
L’importanza delle app
“Il punto è proprio questo – conclude Massimiliano Moschini – esistono degli abilitatori fondamentali che oggi restano fuori da molte compagnie italiane, soprattutto le PMI. Molti pensano all’assenza di un cellulare aziendale ma il vero punto di snodo sono le app, che rappresentano un ponte tra il vecchio e il nuovo modo di pensare la mobilità. Che si possegga un iPhone, uno smarrphone Android, Windows o BlackBerry poco importa: la differenza la fa il programma che ti connette all’ufficio virtuale o quello per controllare lo stato di avanzamento di un lavoro. Si tratta di applicazioni già esistenti, solo che in molti le ignorano. Il motivo? Non è semplice individuarlo ed è anche per questo che abbiamo organizzato un evento come Mobile Era, in cui mettiamo a confronto la domanda e l’offerta di innovazione nel mondo IT, che non può restare indietro in un mondo in continua evoluzione”.
Rockin’1000
Oltre ad Itway, hanno preso parte a Mobile Era 2015 rappresentanti di Acronis, Array Networks, Check Point Software, Extreme Networks, iNebula, Red Hat e Vidyo. La giornata si è conclusa con un ospite d’eccezione, Fabio Zaffagnini, ideatore ed organizzatore di Rockin’1000, l’evento che ha coinvolto mille persone provenienti da tutta Italia e riunite a Cesena per suonare una canzone dei Foo Fighters. L’obiettivo era dar vita ad un’onda social e virale per convincere il gruppo statunitense a suonare nella città emiliana, dopo la cancellazione della tappa a causa di un incidente del frontman Dave Grohl. La testimonianza di Zaffagnini è sicuramente diversa da quella dai predecessori ma si basa sui stessi concetti di rete, community e collaborazione. Punti fondamentali non solo dell’esperienza Rockin’1000 ma del più ampio contesto dell’innovazione tecnologica.