Aumentano sempre più le violazioni hacker a governi e istituzioni. Così l’agenzia del Dipartimento di Difesa USA si attiva per proteggere infrastrutture critiche
Non è semplice parlare oggi di cyberwar. Dopo i recenti proclami di Anonymous contro l’Isis, il concetto diventa sempre più labile e privo di confini. A cosa ci si riferisce quando si parla di guerra digitale? Agli hacker degli Apt 1 cinesi contro gli Stati Uniti? Agli Anonymous contro i terroristi social della jihad o agli stessi hacker mascherati che chiedono trasparenza a politici e multinazionali? Se per noi i contesti sono ben differenti, la Darpa pensa invece che tutto ciò che ricada sotto il termine “cyber attacks” vada fermato o perlomeno gestito.
Analisi precoce
L’agenzia “innovativa” del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti ha lanciato un nuovo programma chiamato Rapid Attack Detection, Isolation and Characterization (RADICS) che dovrebbe aiutare a sviluppare tecnologie in grado di identificare e rispondere in tempi rapidi agli attacchi cibernetici ai danni di strutture pubbliche e governative. RADICS è stato pensato proprio per questo: analizzare quali minacce pendono sul capo delle infrastrutture del paese, soprattutto quelle critiche (dighe, energia, gas), per prevenire eventuali azioni di sabotaggio da parte di hacker, o peggio, terroristi filo-jihadisti. “La Darpa è interessata ad impedire attacchi o presunti tali, durante le prime fasi di avvicinamento, potenziando le difese su sistemi considerati deboli, isolando operazioni sospette e deviando i tentativi di hacking” – si legge sulla homepage del progetto. RADICS potrebbe rappresentare la finalizzazione di uno degli obiettivi comunicati a settembre dal Pentagono: l’arrivo di una tecnologia di diagnosi precoce in grado di proteggere i dati dei dipendenti governativi e le informazioni sull’arsenale militare in dotazione all’esercito.