Cisco, con l’IoT si diventa “digitaliani”

Un incontro a Roma per comprendere le sfide e le opportunità per l’Italia dell’Internet of Things, analizzandone l’impatto sull’innovazione, la società e le istituzioni

Dopo le tappe di Milano e Treviso, l’evento “IoEtalks-Crescere digitaliani”, organizzato da Cisco in collaborazione con Intel per analizzare il tema dell’Internet of Things, è approdato a Roma a metà novembre. E ha riscosso un notevole successo, con più di 400 persone a gremire l’Auditorium del Parco della Musica. Successo ben meritato da una mattinata densa e ricca di spunti, subito entrata nel vivo con l’intervento di David Bevilacqua, vicepresidente Sud Europa di Cisco, che ha esordito spiegando come nell’attuale scenario di profondo cambiamento “avremo bisogno sia di moltissima tecnologia sia di grandissima capacità di innovazione”. Ma attenzione, ha sottolineato il manager, “solo il 30% delle nuove iniziative avrà successo, e la causa del fallimento del restante 70% sarà la mancanza di visione e di immaginazione, quella che ci permette di guardare al futuro con occhi completamente diversi. I fallimenti non avverranno per mancanza di tecnologi, perché oggi non c’è innovazione e non c’è digitalizzazione senza immaginazione”.

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L’era Zettabyte

Questo significa anche “mettere insieme cose, persone, processi e dati, con quello che noi chiamiamo l’Internet of Everything, perché sono tre le forze che oggi guidano il cambiamento: la capacità di elaborazione, la connettività e esplosione dei dati”, ha proseguito Bevilacqua. Portando un esempio concreto: “oggi siamo entrati nell’era Zettabyte, se solo pensiamo che nel 2012 sono stati creati più dati che nei precedenti 5000 anni, ma il problema è che di questi dati se ne analizzano oggi solo l’1%”. Tra le rivoluzioni in atto, un posto importante spetta alla nuova “industria 4.0”, che in Italia “deve accelerare nell’utilizzo del digitale, e ha bisogno di almeno 15 miliardi di euro di investimenti nel corso dei prossimi cinque anni per raggiungere la Germania, dove oggi l’80% della supply chain è già digitalizzata, ha fatto notare Bevilacqua, concludendo il suo intervento sottolineando l’importanza di “mettere sempre le persone al centro della rivoluzione digitale”.

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Rivoluzione digitale

Subito dopo è intervenuto Carmine Stragapede, direttore generale di Intel Italia, che ha toccato i punti fondamentali della rivoluzione digitale in atto, spiegando che questa rappresenta “un’opportunità è gigantesca, anche perché le nuove generazioni sono già digitali e pensano digitale a 360 gradi: così come vi è stata la consumerizzazione dell’IT, altrettanto avverrà per l’IoT, i cui elementi fondamentali sono connettività, intelligenza, uso dei dati e sicurezza. Ma si tratta di un percorso da intraprendere subito e da svolgere in collaborazione, perché solo facendo squadra potremmo abilitare l’industria 4.0, dove non esiste un settore che non verrà toccato da questa trasformazione in atto”.

Dopo gli altri interventi, come quello particolarmente trascinante di Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione Italia Patria della Bellezza, e quelli di Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione a Oxford, Ciriaco Scoppetta, professore di neurologia presso l’Università La Sapienza di Roma, di Anna Masera, capo ufficio stampa della Camera dei Deputati, e infine di Flavia Marzano, presidente degli Stati Generali dell’Innovazione, è stata la volta di Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia, che ha concluso la ricca giornata romana ribadendo l’importanza dell’innovazione digitale, che non è solo la pur fondamentale banda ultralarga ma anche molte altre cose, come per esempio le smart grid oppure le nuove promettenti frontiere del manufacturing digitale, senza dimenticare l’importante ecosistema delle start up con le quali Cisco ha iniziato a collaborare in ottica di cross fertilization.