Capgemini, valore sul mercato

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Anche nel nostro Paese proseguono gli investimenti di Capgemini, gruppo attivo a livello mondiale nella consulenza aziendale, nell’IT e nell’outsourcing, a sostegno dell’innovazione verso i clienti e degli ambiziosi obiettivi di crescita

Avviandosi verso la chiusura del 2015, Maurizio Mondani, CEO di Capgemini Italia, non può che dimostrarsi soddisfatto per aver messo a segno un altro anno di crescita. «Abbiamo realizzato tutti gli obiettivi di fatturato e di utili che ci eravamo posti, e questo ci pone in buona posizione per il 2016, tanto da poter prevedere una crescita organica intorno al 7%» esordisce Mondani. La filiale italiana del Gruppo ha ormai raggiunto quota tremila persone, grazie anche a un flusso di assunzioni continuo, nel segno di un costante investimento in capitale umano che è da tempo un tratto distintivo di Capgemini, e oggi è la “terza per dimensione a livello europeo, alle spalle di Francia e Germania-Benelux. Ma stiamo crescendo anche in termini di responsabilità, visto che proprio quest’anno ci è stato affidato il supporto organizzativo di cinque paesi in Est Europa che stanno mostrando tassi di crescita maggiore rispetto ad altri» spiega Mondani.

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Innovazione e partnership

Allargando lo sguardo a livello di intero Gruppo, che oggi conta su circa 180mila persone, la metà delle quali impegnate nelle attività di sviluppo in India, va registrato tra i fatti salienti del 2015 l’acquisizione di IGate, società attiva soprattutto negli Stati Uniti nell’ambito dei servizi tecnologici, che ha contribuito a bilanciare ulteriormente la presenza mondiale di Capgemini, che oggi realizza il 40% del proprio fatturato nell’area Usa. Per quanto invece riguarda i settori di attività cui si rivolgono le soluzioni realizzate da Capgemini Italia, continuano a primeggiare soprattutto le aree banche, assicurazioni e manifatturiero, in una strategia intrapresa da tempo e che continua ad avere lo sviluppo di numerosi prodotti su scala internazionale. Ma Capgemini guarda anche alla qualità della sua presenza sul mercato: «Il nostro obiettivo è da sempre quello di collocarci tra i primi 2-3 attori in ogni paese nel quale operiamo, se non in termini di dimensioni, a livello di innovazione e di capacità progettuale, oltre che di partnership con i clienti» prosegue Mondani, rivendicando il posizionamento ai vertici nel nostro Paese, «sia per qualità sia per tipologia di servizio, visto che è ormai un dato di fatto che quando un cliente deve fare vera innovazione, Capgemini è sempre presente».

L’eccellenza nell’IoT

Parlando di innovazione e di cambiamento, anche nel linguaggio di Capgemini si declinano sempre di più i paradigmi della Digital Transformation, dei Big Data e dell’Internet of Things, per citare quelli più recenti. Anche in questi casi, l’approccio di Capgemini è concreto e pragmatico, ma soprattutto volto sempre a proporre valore aggiunto ai clienti. Per esempio, nell’ambito dell’Internet of Things, «come Gruppo stiamo investendo molto, in particolare in Italia, dove abbiamo 250 persone dedicate, per far diventare l’Italia il centro di eccellenza per l’Internet of Things in Europa» anticipa Mondani, sottolineando la vocazione e la tradizione italiana nella tecnologia industriale e manifatturiera, che «ci permettono di puntare sull’IoT industriale, con lo scopo di aumentare l’automazione degli impianti di qualunque tipo». La scommessa è sicuramente importante, ma la solidità delle intenzioni di Capgemini è a tutta prova, in quanto oltre al gruppo di sviluppo sulla practice IoT, la società ha inserito servizi Machine-to-Machine (M2M) e sviluppato partnership con produttori di piattaforme funzionali per l’IoT. «Ci siamo di fatto riconvertiti, per creare una massa critica sufficiente a sviluppare complessi progetti pluriennali, nei quali è di fondamentale importanza assicurare e mantenere la costanza del know-how, oltre che essere in grado di sostituire validamente le persone detentrici di competenze qualora eventualmente se ne vadano» conclude Mondani.

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