Anonymous vs ISIS: ecco le prime vittime

Il gruppo ha cominciato a diffondere le informazioni personali sui sospetti terroristi: è la concretezza della cyberwar

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C’è un preciso momento in cui la concretezza della cyberwar è divenuta tale agli occhi di tutti, non solo degli addetti ai lavori. Subito dopo gli attacchi terroristici di gennaio in Francia, con l’assalto a Charlie Hebdo, Anonymous aveva annunciato la sua personale battaglia all’Isis. Spenti decine di account Twitter legati ai gruppi armati, pagine Facebook segnalate e fatte chiudere e l’ammissione del “internet non è un luogo sicuro per voi“. Insomma oltre i proclami di guerra “on the ground”, erano arrivati quelli del mondo digitale, spesso considerato solo secondario.

Seconda ondata

Dopo aver rinnovato le intenzioni battagliere contro lo Stato Islamico, Anonymous ha dato il via alla seconda ondata di interventi nei confronti di persone che si presume siano legate ai terroristi. Gli hacker hanno già diffuso i nomi e gli indirizzi personali di individui che sarebbero reclutatori in Europa. Gli Anon affermano di aver già messo offline 5.500 account e siti di propaganda integralista in quella che definiscono come  “la più grande operazione” della loro storia, in risposta agli attacchi del 13 novembre, in cui sono stati uccise 129 persone. Un individuo vicino all’ISIS avrebbe risposto agli Anonymous attraverso la chat di Telegram affermando: “Ma cosa stanno hackerando?” – come riporta anche Business Insider. Chiaro adesso che le forze dell’ordine dovranno collaborare a stretto contatto con gli hacker per unificare le forze contro il nemico incappucciato.

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