Approdata nel nostro Paese circa due anni fa, la divisione di Amazon dedicata ai servizi cloud ottiene risultati lusinghieri e si prepara a raggiungere nuovi traguardi di crescita
In tutto il mondo sono oltre un milione, distribuiti su più di 190 Paesi, sparsi tra i settori più variegati, dai media al finance, all’industria alla sanità, alla pubblica amministrazione, dalle piccole imprese fino alle grandi corporation. Stiamo parlando dei clienti attivi di AWS, acronimo di Amazon Web Services, azienda del Gruppo Amazon che offre servizi di cloud computing. «Per clienti attivi intendiamo utenti che hanno utilizzato almeno un servizio AWS durante il mese precedente», chi parla è Nicola Previati, head of AWS Italy. Ma quali sono i reali motivi che hanno spinto tante aziende a decidere di andare sul cloud e di andarci con AWS? Risponde ancora Previati: «Ci sono cinque motivazioni principali: la prima è l’agilità, cioè la possibilità che i clienti hanno di utilizzare, in modalità self-service, i servizi AWS quando vogliono (on-demand); la seconda è l’ottimizzazione dei costi, derivante dall’agilità e dalle economie di scala che AWS riesce a realizzare attraverso la gestione centralizzata dei data center e che gira immediatamente ai clienti, riducendo i prezzi dei propri servizi 49 volte da quando sono partiti, nel 2006». L’elasticità dei servizi, cioè la possibilità di avere sempre a disposizione un’infrastruttura adeguata anche nei momenti di picco, è indicata come la terza motivazione per la scelta di AWS, mentre la quarta è la vastità dei servizi offerti, oggi pari a una cinquantina. «Tra l’altro lo scorso ottobre, nel corso dell’ultima edizione di re:Invent, il nostro convegno dedicato a clienti e partner a Las Vegas, è stato presentato il nuovo servizio IoT, la suite a supporto di progetti per l’Internet of Things». L’ultimo punto indicato per la scelta di AWS è la globalità dell’infrastruttura, «che consente per esempio alle multinazionali di utilizzare AWS in vari Paesi del mondo dove sono presenti nostri data center», attraverso una semplice console sulla propria scrivania.
L’evoluzione del cloud e i partner
La scelta di utilizzare il cloud computing e servizi quali quelli offerti da AWS richiede anche un’evoluzione dell’azienda cliente. All’inizio spesso si tratta solo di spostare alcuni servizi dall’interno ad AWS ma, alla lunga, questa si rivela non essere la strategia più efficace. «Di solito è un processo graduale – continua Previati – che a volte si conclude con quello che noi chiamiamo all-in, cioè con lo spostamento nel nostro cloud di tutta l’infrastruttura IT del cliente». La prima fase è spesso quella di Dev&Test, in cui il cliente sposta ambienti non di produzione, ma, appunto, di sviluppo e test. «Per clienti come Lamborghini, per esempio, in Italia, siamo riusciti a implementare il loro ambiente in 2 giorni, cosa che tradizionalmente, tra ordinare i server, configurarli e installarli avrebbe richiesto anche diverse settimane». Euronics ha invece utilizzato AWS per implementare un’applicazione dedicata alla gestione della domanda interna, «riducendo della metà la durata del ciclo di acquisto». Tutti successi resi possibili dall’ecosistema di partner, che «sono di due tipi: Consulting Partner (System Integrator) e Technology Partner (ISV), che aiutano i clienti a migrare applicazioni o sviluppare applicazioni sul nostro cloud» e grazie a cui AWS ha convinto anche Seat Pagine Gialle, Eataly e Vodafone a utilizzare i propri servizi cloud rispettivamente per le mappe di Tutto Città, il sito di e-commerce e il sistema di pagamento per le ricariche online.