Il Librarian of Congress ha emesso nuove regole per il Digital Millennium Copyright Act che ora considera legale molte forme di sblocco hi-tech
Il giorno che molti aspettavano è finalmente arrivato, almeno negli USA. Con la decisione di ieri, 28 ottobre 2015, presto non sarà più illegale sbloccare alcuni apparecchi elettronici, come smartphone e tablet. Attenzione perché non siamo entrati nell’era dell’anarchia: il jailbreak deve sottendere ad alcune giustificazioni, come la volontà di installare applicazioni di terze parti, normalmente non disponibili sugli store ufficiali. Un panorama che rappresenta una buona notizia per smanettoni e sviluppatori indipendenti, che potranno far conoscere ad un pubblico più vasto le proprie creazioni, ma che comporterà un aumento delle minacce veicolabili in mobilità, anche su device considerati protetti come iPhone e iPad.
Cosa succede
Sappiamo infatti che fin quando si resta nell’ecosistema di Apple, così come in quello di Google o Windows, le applicazioni che si possono installare, scaricate dai negozi digitali, dovrebbero essere prive di minacce e codici maligni. Abbiamo imparato che non sempre e così ma avere un dispositivo jailbroken, privo di difese strutturali, non farà altro che ampliare lo spettro di di infezioni tra device e sistemi operativi diversi.
Non è tutto
Le nuove regole emesse ieri dal Librarian of Congress che aggiornano il Digital Millennium Copyright Act (DMCA) considerano come oggetti sbloccabili anche “automobili personali, veicoli commerciali e destinati ad un uso agricolo nell’ottica di migliorare la ricerca nel campo della sicurezza e per suggerire modifiche in tema legale”. In pratica si apre tutto un mercato con l’ammissione che se qualcosa dovesse andare storto si prenderanno contromisure da integrare nell’attuale modello normativo. Restano fuori dalla cerchia del jailbreak legale prodotti come e-reader, console di gioco, portatili e computer desktop visto che molti potrebbero solo causare un “aumento della pirateria”.