Smart city e gamification, le regole del gioco

Cattoni Giulia_Urbano Creativo

Ecco, oggi parliamo di gamification. Magari qualcuno ne ha già sentito parlare ma di sicuro in molti ancora, nei fatti, non sanno a cosa ci si riferisce

La gamification o metodo del “serious game” che dir si voglia, consiste nell’utilizzare elementi caratteristici, dinamiche e meccaniche ludiche in contesti generalmente non di gioco. Si tratta di un processo applicabile in tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana.

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I “serious game” sono giochi veri e propri ma pensati con uno scopo preciso, diverso dal mero intrattenimento: insegnare, trasmettere valori, raccogliere informazioni, co-progettare. “Serious” perché lo scopo ultimo non è il mero passatempo. “Game” perché sono caratterizzati da un’interfaccia che fa compiere in modo divertente e accattivante azioni o processi attraverso un sistema di punti, livelli, ricompense e distintivi che stimolano comportamenti attivi da parte dei “giocatori” facendo leva su meccanismi istintuali come la competizione, il desiderio di successo, il bisogno di gratificazione, la soddisfazione per il raggiungimento di un risultato.

Quando il gioco si fa serio

Ci sono connessioni tra “serious game” e smart city? Infinite. Tra cambiamenti sociali, economici e tecnologici, lo spazio urbano in cui viviamo è destinato a mutare, modellandosi secondo esigenze e sfide come la sostenibilità ambientale ed energetica, la mobilità e la vivibilità degli spazi. La tecnologia è un alleato importante per affrontare questi problemi, ma diventa un ostacolo se utilizzarla diventa complicato. Dobbiamo quindi essere innovativi sia nei contenuti, sia nella forma. Passare dalla teoria alla pratica non è così semplice. Nel 2009, su una scala della metropolitana di Stoccolma sono stati installati dei tasti musicali, simulando un pianoforte. Lo scopo dell’iniziativa era cambiare usi e comportamenti controproducenti per la salute umana, incentivando il cambiamento in modo divertente: stimolare i cittadini a usare meno le scale mobili e a camminare di più. Il gioco è piaciuto e circa il 66% degli utenti della metropolitana ha preferito le scale alle scale mobili. Hello lamp post è il nome di un esperimento di coinvolgimento sociale innovativo avvenuto a Bristol nel 2013 nato come opportunità per riscoprire il proprio territorio, condividere ricordi nella città e scoprire storie di altri cittadini. Waze invece è un’applicazione per la navigazione gamificata. Si basa su una comunità di utenti che forniscono informazioni in tempo reale sul traffico e le condizioni stradali.

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Altri esempi? Il governo della Danimarca ha portato avanti e concluso il progetto di riprodurre l’intero paese nel videogame Minecraft, un’impresa mai compiuta prima. Minecraft è un gioco di costruzioni nel quale si usano dei blocchi quadrati per creare case, alberi, montagne, mondi interi. La speranza del governo danese è coinvolgere maggiormente gli alunni, di spingerli a trovare idee per migliorare il Paese, creando un collegamento tra il mondo virtuale e quello reale attraverso una serie di programmi didattici basati sul videogioco per insegnare ai bambini la geografia e l’ecologia. E ancora, una nuova frontiera nell’ambito della pianificazione urbana smart è l’indagine qualitativa degli obiettivi amministrativi. Il metodo gamificato permette di creare piattaforme per la progettazione partecipata che consentano analisi e processi più velocemente applicabili e abbastanza flessibilli da rispondere alle esigenze specifiche di ogni territorio.

L’importante è partecipare

Le due parole chiave che ricorrono ogni qual volta si parli di serious game sono engagement e civic partecipation, gli stessi due concetti a cui si fa riferimento per descrivere ogni processo di sviluppo futuro. Sarà sempre più determinante la partecipazione di chiunque abiti l’ambiente urbano per arrivare alla costruzione del rapporto cittadino-città e per questo la gamification può essere la strategia.

Raccogliere dati basati sulle azioni compiute all’interno del gioco permette di catalogare gli utenti e capire quali sono i gusti di ognuno, consentendo inoltre di concentrarsi particolarmente sul target e di espandere il potenziale bacino d’utenza. Allo stesso modo, attraverso questo metodo, riusciremo a rendere i cittadini motivati e concordi sull’idea che la tecnologia può essere portatrice di vantaggi e benefici concreti.

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Giulia Cattoni @urbanocreativo