Debutto ufficiale anche in Italia per la società californiana nata sette anni fa, ma già capace di solidi successi nell’ambito delle piattaforme open source per l’analisi dei dati
La tappa italiana dell’evento Cloudera Sessions, tenutasi a metà ottobre a Milano in un hotel tanto funzionale quanto periferico, ha segnato il debutto ufficiale anche nel nostro Paese della società californiana. In realtà, Cloudera era già da tempo attiva in Italia, come dimostrato tra l’altro dal livello dei Partner presenti alla tappa milanese e dallo stesso numero degli intervenuti, pari a oltre 200 persone.
Davanti alla stampa italiana, Charles Zedlewski, vice president Products della società, ha sintetizzato: “Anche se siamo piuttosto giovani, avendo compiuto da poco sette anni, abbiamo già 1.100 persone, la maggior parte delle quali operano fuori dagli Stati Uniti, e raddoppiamo le nostre dimensioni ogni anno. Il nostro campo di azione è quello dell’analisi dei big data, con l’obiettivo di aiutare le aziende a trarre profitto dai dati. Proponiamo una piattaforma open source e non sviluppiamo direttamente le applicazioni: per questo facciamo completo affidamento su un ecosistema di Partner e di ISV, Independent Software Vendor, che oggi conta più di 1.900 membri e che siamo impegnati attivamente a far crescere al nostro stesso tasso di incremento”.
Obiettivo raddoppio
Un incremento che è evidente anche nell’area Emea, come ha sottolineato Romain Picard, regional director per il Sud Europa: “Sono in Cloudera da poco più di un anno e in questo arco di tempo siamo passati da una sola persona a più di 20 in organico, ma soprattutto la crescita europea nell’ultimo trimestre è stata la più alta in tutto il mondo. Questo ci rende ottimisti sui nostri obiettivi per il prossimo anno, che per noi significano raddoppiare su tutti i principali elementi: fatturato, clienti e persone”. La crescita riguarda anche le competenze: “siamo una software company e intendiamo rimanerlo, ma stiamo ampliando i nostri orizzonti di conoscenze grazie anche alle attività in corso con il mondo accademico, che in Italia riguardano le Università di Pisa, Torino, Roma e Bocconi di Milano”.
La centralità dei Partner
Tornando ai prodotti, che a Milano hanno visto la presentazione di Cloudera RecordService per la sicurezza e di Cloudera Kudu per lo storage, l’offerta si incentra sulla piattaforma Cloudera Enterprise: basata su Apache Hadoop, permette alle aziende preferibilmente di grandi dimensioni, operanti in qualunque tipo di settore, anche della Pubblica amministrazione, ma con una prevalenza nell’ambito Finance e Telco, di analizzare i dati anche non strutturati. Configurandosi come un hub di dati, Cloudera Enterprise offre uno spazio per archiviare, consultare, elaborare, proteggere e analizzare tutti i dati, consentendo alle aziende di estendere il valore degli investimenti esistenti abilitando al contempo nuove modalità essenziali per ricavare valore dai dati. La filosofia open source prevede che il business di Cloudera e dei suoi partner nasca soprattutto dalla piattaforma Enterprise, che è offerta in abbonamento e prevede gli strumenti per gestire al meglio Hadoop e numerosi servizi prestati a corollario. Si tratta di un modello di go-to-market che lascia molto spazio anche alle opportunità per i system integrator: non a caso, il numero di quelli che collaborano con Cloudera è in continua ascesa, e vede la presenza di nomi di rilevanza globale come Capgemini, Accenture, Deloitte, Target Reply. Ma non sono solo i Global System Integrator, i GSI, a far parte dell’ecosistema di Cloudera. In Italia, in particolare, come spiega Alberto Merlini, account executive per l’Italia, parlando di canale, si sta prestando attenzione “sia ai boutique partner integrator, cioè quelli che investono in competenze verticali, lavorando anche in congiunzione con i GSI, con nomi quali Miriade, Databiz e ValueLab, sia ai Solution Partner, che sono in pratica software house che sviluppano soluzioni che si appoggiano sul nostro framework”.