CISA: passa col voto del Senato USA

La legge controversa che permette alle agenzie governative di chiedere i dati degli utenti ai big della Rete fa un passo dentro la realtà

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Solo qualche giorno fa scrivevamo della rinnovata lotta portata avanti negli USA dalle associazioni contrarie al CISA, il Cybersecurity Information Sharing Act. In mezzo al clamore generale, si pensava che la riforma sarebbe finita nel cestino, così come successo qualche mese fa, e invece qualche ora fa la svolta. Il Senato degli Stati Uniti ha infatti votato a favore dell’atto che “invita” caldamente le aziende che trattano dati sensibili a cederli alle agenzie di sicurezza e istituzioni governative, qualora venissero chiesti all’interno di procedimenti per la salvaguardia della sicurezza nazionale.

Cosa succede ora

Con 74 voti contro 21, l’emendamento presentato nel giugno del 2014 dalla senatrice Dianne Feinstein, ha beneficiato del panorama attuale statunitense, dove periodicamente compagnie del paese vengono attaccate da violazioni di hacker locali e stranieri, per lo più cinesi. Con una normativa del genere, FBI, NSA e le altre forze federali potranno sfogliare i database degli utenti di tutti i principali siti web internazionali per cercare di prevenire e combattere la piaga della cybercriminalità. Adesso il CISA dovrà superare lo scoglio di una commissione interna composta da rappresentanti del Senato e della Camera, che in precedenza aveva accettato la legge con qualche modifica. Il passo finale sarà la firma del Presidente Barack Obama che, contrario o meno, non potrà rifiutare l’adozione della norma qualora incontrasse il parere favorevole della maggioranza governativa.

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