L’Ocse afferma che utilizzare troppa tecnologia non favorisce l’apprendimento. Gli studenti presentano lacune in lettura, matematica e scienze
Molti lamentano un certo ritardo della scuola italiana nell’adozione della tecnologia. Da anni, ad esempio, si parla della sostituzione dei libri cartacei con quelli digitali ma il provvedimento è slittato ancora una volta a data da destinarsi. Secondo quanto riporta l’Ocse, il problema non è tanto la quantità di tecnologia a disposizione degli studenti a favorire l’apprendimento quanto il modo in cui la si utilizza. Gli studenti che usano in modo eccessivo PC, tablet e smartphone hanno infatti lacune in diverse materie.
In Italia solo il 68% dei ragazzi utilizza il PC a scuola
Il rapporto dell’Ocse sul rapporto fra istruzione e competenze informatiche dice che troppa tecnologia non aiuta l’apprendimento e in alcuni casi limite addirittura lo frena. Lo studio, basato sull’indagine Pisa 2012, conferma che il digital divide giovanile è praticamente azzerato (96% dei 15enni al mondo ha un PC a casa e il 75% può navigare in Rete a scuola su diversi device) ma solo i ragazzi che fanno un uso moderato della tecnologia per compiti e ricerche, quindi non superiore a una-due volte a settimana, ha vantaggi dal punto di vista scolastico. La conferma arriva dai dati relativi ai Paesi che hanno investito di più nell’informatica scolastica come l’Australia, la Scandinavia e la Gran Bretagna. I queste nazioni i ragazzi hanno lacune in lettura, matematica e scienze. In Italia solo 1 studente su 4 ha accesso ad un PC a scuola e appena il 66,8% dichiara di utilizzarlo, contro una media Ocse del 72%. Infine, i 15enni italiani che trascorrono più di 6 ore al giorno davanti al PC di casa sono fortunatamente pochi rispetto gli altri Paesi europei (5,7%). L’Ocse sottolinea che questi soggetti sono ad alto rischio solitudine e inclini alle assenze ingiustificate da scuola.