Il premier Matteo Renzi ha confermato che la Google Tax sarà legge nel 2017 e che gli OTT pagheranno le giuste tasse dove fanno business
In questi anni si è molto discusso della possibilità di aumentare la tassazione nei confronti dei colossi del web statunitensi. Aziende come Google, Apple e Amazon usufruiscono infatti di regimi fiscali agevolati grazie all’aver posto le proprie sedi europee in Paesi come il Lussemburgo o l’Irlanda, veri e propri paradisi a tasse ridotte per le società della Silicon Valley. In Spagna il governo ha già creato un’apposita legge per aumentare le imposte nei confronti dei colossi del web mentre in Italia il percorso è stato molto più tortuoso. Ieri, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo”, il premier Matteo Renzi ha confermato che la cosiddetta Google Tax si farà.
Google Tax: “I big del web pagheranno nei luoghi dove fanno business”
Renzi ha annunciato che la Google Tax sarà legge in Italia dal primo gennaio 2017. “I grandi player dell’economia digitale mondiale – ha spiegato – che per me sono dei miti, come Apple e Google, hanno un sistema per cui non pagano le tasse nei luoghi dove fanno business: allora noi siccome stiamo aspettando da due anni che ci sia una legge europea abbiamo deciso di attendere tutto il primo semestre del 2016 attendendo l’Ue, ma da questa legge di stabilità già immaginiamo una digital tax che vada con meccanismi diversi da quelli immaginati nel passato a far pagare le tasse nei luoghi dove vengono fatte le transazioni e gli accordi,un principio di giustizia sociale. Non si arriverà a cifre spaventose, non basteranno a risollevare l’economia del Paese ma è una questione di giustizia”, ha concluso Renzi.
Commenti positivi alle parole del presidente del Consiglio arrivano da Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e primo a proporre la Google Tax nel nostro Paese. “Il principio del far pagare alle aziende della cosiddetta economia digitale le imposte nel Paese in cui fanno business mi soddisfa molto, perché è quello fissato nel 2013 dal Parlamento Italiano che fece da ariete nel dibattito politico europeo. – ha spiegato Boccia – La politica sana ha il dovere di intervenire sulla mostruosa base imponibile erosa e far pagare alle multinazionali dell’economia digitale imposte che oggi eludono, riducendo le imposte alle imprese italiane tradizionali”.
La proposta di tassare gli OTT (Over The Top) e di imporgli l’apertura della partita IVA italiana era stata avanzata da Boccia già nel 2012. L’imposta era poi entrata in vigore nel 2014 sotto il governo Letta ma era poi stata esclusa dalla Legge di Stabilità.