Per diversi mesi l’azienda dietro al sistema operativo più famoso ha spinto gli utenti a passare oltre per evitare problemi di sicurezza
Poco più di un anno fa Microsoft ha terminato il supporto a Windows XP. Questo voleva dire niente più aggiornamenti di sistema, nessun rilascio di patch di protezione o bollettini di sicurezza inerenti l’OS che ha consacrato l’azienda di Redmond a livello globale. Gli effetti del termine del supporto si sentono oggi, almeno a detta dei principali esperti di sicurezza. Il motivo principale sarebbe sarebbe nel contemporaneo abbandono del Malicious Software Removal Tool per XP, un programma fondamentale per rilevare minacce di base sul computer.
Obiettivo per i cyber-criminali
Windows XP è installato ancora sul 12% dei computer attivi in tutto il mondo, una cifra che sembra nulla rispetto al totale ma che, numeri alla mano, è invece significativa. Andra Zaharia, specialista della compagnia Heimdai Security ha spiegato a The Inquirer i problemi che potrebbero incorrere soprattutto gli utenti aziendali che non sono passati al nuovo Windows: “System Centre Endpoint Protection, Forefront Client Security, Forefront Endpoint Protection e Windows Intune girano ancora tutti alla perfezione su Windows XP, per questo le compagnie dovrebbero porre attenzione non alla compatibilità dei software ma ad altro”. A partire da gennaio 2014 Microsoft ha spiegato come la fine del supporto del tool di rimozione malware rappresenta un limite importante per gli utenti XP. Sebbene non fosse considerata un’alternativa ad un antivirus, il Malicious Software Removal Tool rappresentava comunque un modo per informare l’utente sulle minacce più evidenti. Senza questa ulteriore funzione XP diventa molto più indifeso che in passato e obiettivo preferito di hacker e criminali informatici.