Consolidamento dei servizi data center e sviluppo dei servizi in cloud, direttamente e in collaborazione con i partner. Retelit punta su mercato business soprattutto di tipo corporate e pubblica amministrazione
Cambiamento importante quello avvenuto all’inizio di quest’anno in casa Retelit, operatore di telecomunicazioni tra i principali nel nostro Paese. La società, che è quotata alla Borsa di Milano dal 2000 ed è attiva soprattutto nell’ambito wholesale, si è infatti dotata ai primi di gennaio scorso di un nuovo consiglio d’amministrazione, alla cui presidenza è stato chiamato Dario Pardi, forte di una solida esperienza anche internazionale nell’ambito ICT, e ha nominato un nuovo amministratore delegato. La scelta è caduta su Federico Protto, estrazione tecnica ed esperienze internazionali di rilievo in Deutsche Telekom, Verizon Business e Telecom Italia. È con lui che Data Manager ha fatto il punto sul nuovo corso della società, a cominciare dal piano industriale 2015-2019, approvato dal consiglio d’amministrazione a fine marzo.
Cinque anni di crescita
«L’obiettivo del nuovo piano industriale parla di un fatturato di 70 milioni di euro fino al 2019, con un tasso composto di crescita annua del 14% e investimenti complessivi per 114 milioni» – esordisce Federico Protto. L’idea di fondo è quella di sviluppare il mercato business soprattutto di tipo corporate: «Oggi, il nostro fatturato deriva per il 95% dal settore wholesale, mentre a regime intendiamo arrivare a una quota del corporate nell’ordine del 20%, cioè a pesare per un quinto del nostro fatturato» – spiega Protto, specificando che l’ambito wholesale, cioè quello della vendita di capacità di trasporto dati su lunga distanza, «rimarrà sempre parte principale della nostra generazione di cassa e dei relativi investimenti, che ci consentirà di potenziare le nostre attività nel mercato business, che presenta significative prospettive di crescita». Più in dettaglio, il piano industriale della società specializzata nella fornitura di servizi di trasmissione dati a banda larga, di accesso e transito Internet ad alta velocità, oltre che di infrastruttura e di data center, prevede infatti che il fatturato nell’ambito dei servizi di connettività per il mercato corporate e per la pubblica amministrazione cresca grazie ai servizi di trasporto e di Internet, ai servizi cloud in bundle con la connettività, e infine ai servizi a valore aggiunto. Inoltre, nelle parole dell’azienda, «il piano prevede il consolidamento dei servizi data center e lo sviluppo dei servizi in cloud, direttamente e in collaborazione con partner. In particolare, la focalizzazione riguarderà i managed services e i servizi cloud di tipo IaaS, comprendenti anche consulenza e servizi professionali».
Infrastruttura in primo piano
L’accelerazione sul cloud nasce anche dal fatto che Retelit dispone di un’infrastruttura di tutto rispetto, sia come rete sia come capacità di computing. La società è infatti proprietaria di una dorsale in fibra ottica nell’Italia centro-settentrionale e di nove reti metropolitane (MAN) nelle città di Milano, Roma, Torino, Bologna, Padova, Napoli, Bari, Treviso e Reggio Emilia. L’estensione della rete è attualmente di oltre ottomila chilometri, dei quali circa 1.800 in ambito metropolitano. A completamento dei servizi a banda larga, Retelit dispone anche di 18 data center, quattro dei quali sono primari di tipo Tier 3-like, situati nelle principali aree economiche italiane, con oltre 10mila metri quadrati di spazi attrezzati secondo i più elevati standard tecnologici, per ospitare apparati informatici e di telecomunicazioni, e soprattutto per offrire la massima sicurezza dei dati e delle informazioni. «Il cloud è un business molto contiguo a ciò che già facciamo, e rappresenta un’opportunità non indifferente, anche alla luce del fatto che attualmente sono pochissimi gli operatori che possono offrire l’infrastruttura completa con fibra ai data center e alle sedi dei clienti» – fa notare Protto. L’idea di Retelit è anche quella di mettere a disposizione la propria infrastruttura «affidabile e resiliente rivolgendoci soprattutto a partner di dimensioni medio-grandi che vogliono portare ai loro clienti offerte applicative e di servizio in modalità SaaS e PaaS, ma con un modello di revenue sharing» – anticipa Protto.
Il nuovo cavo sottomarino Europa-Far East
Un altro importante driver della crescita di Retelit è costituito dalla partecipazione al consorzio per la costruzione del cavo sottomarino Aae-1. Il progetto, grazie a 25mila chilometri di cavo sottomarino in fibra ottica, collegherà tutti i principali paesi del Sud Est Asiatico, l’India, l’Africa e l’Europa attraverso il Medio Oriente, connettendo paesi che rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale. Il ruolo di Retelit all’interno del consorzio AAE-1 è anche quello di soggetto di riferimento per l’atterraggio del sistema in Italia (“landing partner”), che garantirà alla società di acquisire nuovi “carrier” e clienti internazionali. «Il consorzio consta di 18 membri e ha l’obiettivo di rafforzare la capacità tra Europa ed Estremo Oriente, con la Cina in primo piano, visto che le rotte dati attuali sono sovrautilizzate, costringendo al momento a passare dagli Stati Uniti, con problemi di latenza» – spiega Protto. Inoltre, il nuovo cavo nasce già in tecnologia 100 Gb con bassissima latenza e prestazioni superiori su tutta la linea: della capacità complessiva, che è di 40 terabit al secondo, a Retelit è riservato il 6%, pari a 2,4 Tb al secondo. «Questo ci consentirà di incrementare ulteriormente la nostra presenza sul mercato wholesale» – continua Protto, sottolineando anche l’ulteriore vantaggio della presenza a Bari di uno dei tre punti di atterraggio del cavo in Europa (oltre a Creta e Marsiglia): «Arrivare a Bari ci consente di collegarci direttamente con il nostro backbone italiano, costituito dalle tre dorsali tirrenica, appenninica e appunto adriatica, evitando anche il potenziale collo di bottiglia costituito dagli atterraggi classici dei sistemi cavo attuali, che si attestano in Sicilia, generalmente a Catania oppure a Mazara del Vallo».
Un player di rilievo in Italia
Il piano prevede che il nuovo cavo sottomarino sia operativo tra circa un anno e mezzo, cioè nel novembre 2016: «A oggi, il piano è pienamente rispettato nelle sue tempistiche, e quindi pensiamo che saremo in grado di accendere la fibra con l’inizio del 2017» – precisa Protto. L’investimento nell’opera rappresenta per Retelit un impegno di circa 70 milioni di euro: «Nel reperire alcuni dei capitali, le banche ci hanno dato molto ascolto, a dimostrazione del nostro buon posizionamento sul mercato, che deriva anche dall’essere una società snella, che conta circa 70 persone con ottime professionalità e un’età media piuttosto bassa, alla quale però si accompagna un’anzianità aziendale elevata, e questo turnover limitato costituisce una delle migliori garanzie per il futuro» – sottolinea Protto. Ma soprattutto questo posizionamento di «azienda sempre in primo piano nell’ambito della banda larga, con solide collaborazioni con i grandi carrier globali, ci qualifica come player in grado di giocare un ruolo di rilievo all’interno del piano per lo sviluppo digitale dell’Italia» – conclude Federico Protto.