Con il successo del cloud il software potrebbe perdere di significato ma l’azienda ha saputo dargli nuova vita
Microsoft Exchange non è morto, anzi. L’azienda di Redmond ha saputo rinvigorirlo e fornire nuova linfa grazie al cloud. Non è un mistero che milioni di persone siano ancora fedeli utilizzatori del software ma è pur vero che gli sviluppi della tecnologia, e in particolare del cloud, abbiano spostato gli equilibri verso necessità diverse. Ed è per questo che Exchange, nella sua prossima versione 2016 mostrata da Microsoft in anteprima, integrerà funzioni strettamente connesse alla nuvola. Tra queste la posta, il calendario e l’elenco dei contatti che diventano interamente basati sul cloud, in una piattaforma ibrida più che funzionale.
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Come è fatto
Le performance sono del 33% più veloci del precedessore, grazie all’utilizzo di una copia passiva del database; nuovi tool come Get-MailboxServerRedundancy riescono a gestire meglio le priorità sulle riparazioni hardware mentre la web app di Outlook, adesso Outlook on the Web (OOW!) include funzioni aggiornate tra cui Undo, Pin e la risposta rapida agli inviti di riunioni, oltre alla possibilità di incollare immagini nel corpo del testo, nuovi temi e le immancabili emoji. Qualcosa però manca: non c’è più il supporto al plug-in che usa MAPI/CDO ed è ora obbligatorio avere attivi gli Exchange Web Services o Exchange ActiveSync. Per quanto riguarda la sicurezza, è stato velocizzato l’accesso all’Enhanced Data Loss, eDiscovery e la gestione degli archivi che non saranno mai così pieni da rifiutare la posta in arrivo.