La lenta e inesorabile trasformazione di BitTorrent

Sempre più orientato al mercato enterprise, la compagnia vuole togliersi di dosso l’etichetta di sito per pirati e diventare professionale

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L’operazione è difficile ma sta iniziando a portare i risultati sperati. BitTorrent, software conosciuto soprattutto da chi scarica file in modalità p2p, vuole cucirsi addosso un altro vestito, che sia meno un rimando alla pirateria e più ad un futuro sempre più connesso, mobile e basato sul cloud. Ci ha provato nel recente passato con il rilancio di Sync 2.0, un servizio che permette lo sharing di file e cartelle senza la nuvola, e adesso accelera con l’annuncio delle RESTful API e una partnership con OneHub.

Funzioni più complete

Le nuove funzionalità delle API comprendono la Sync Integration, Workflow Management, un report personalizzato e una funzione di sincronizzazione automatica. Assieme al rilascio, BitTorrent ha presentato anche la sua prima partnership con la suite OneHub. Si tratta di un software che usa un modello leggermente diverso di business con un cloud che agisce sotto forma di un collegamento peer persistente così da assicurare che i file e le informazioni siano sempre backuppate e al sicuro. Questo approccio, definibile come peer-to-peer-plus-one, non è di certo per tutti ma è indicato per coloro che vedono in BitTorrent non solo una piattaforma di download temporaneo ma davvero un’alternativa al cloud classico, forse anche più sicura, di certo veloce e flessibile. OneHub ha di recente aggiunto la crittografia nella comunicazione e un tracking delle attività che, assieme al rilascio di permessi individuali, assicura che ogni utente abbia accesso solo a determinati file e non a tutta la libreria caricata da un singolo navigatore, un’azienda o un’organizzazione. Il cloud ibrido è sempre più realtà.

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