Il settore dei videogame nostrano è cresciuto del 3,8% dopo quasi 9 anni di recessione. Il numero dei videgiocatori è arrivato a 29 milioni
Mentre il mondo dei videogiochi piange la dipartita del CEO di Nintendo Satoru Iwata, arrivano comunque buone notizie per il settore dal punto di vista finanziario. Secondo i dati diffusi dall’Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani), per la prima volta da nove anni il mercato videoludico italiano è tornato a cresce nel primo trimestre del 2015 segnando un +3,8% a fine maggio. Nel 2009 il giro d’affari si attestava a 1 miliardo e 100 milioni di euro per poi scendere a 993 milioni nel 2011 e 893 milioni tre anni dopo. Il rilancio dei videogiochi è dovuto a una minore diffidenza nei loro confronti che li ha resi un prodotto per tutta la famiglia. Non è quindi un caso che il numero di gamers italiani sia sensibilmente aumentato rispetto al 2011.
In Italia 29 milioni di persone giocano ai videogame
L’Aesvi ha stimato che dal 2011 ad oggi il numero di videogiocatori è salito da 22,2 a 29 milioni. La percentuale dei gamer di sesso femminile passa dal 45 al 49% e la fascia di età in cui si registra il maggiore aumento è quella fra i 35 e i 44 anni (24%), seguita da quella tra i 45 e i 54 anni (20%) e il range 25-34 anni (18%). Inoltre, un over 14 su tre possiede una console per videogame, ovvero circa 14 milioni di persone. Il titolo più venduto in Italia nel 2014 è stato FIFA 15 ma anche altri classici videoludici come Gran Theft Auto e Assassin’s Creed hanno tenuto banco sul mercato. Ottime performance sono state raggiunte anche da nuovi videogame come Watch Dogs di Ubisoft, Destiny e Tomodachi Life.
“L’industria dei videogiochi è nel mezzo di una nuova era tecnologica e creativa. – scrive l’Aesvi – Cloud gaming, realtà virtuale, riconoscimento vocale e del movimento, streaming, gioco multi-screen e multi-player e interazione sociale sono nello stesso tempo le nuove linee di sviluppo e le nuove sfide su cui si confronteranno i player del settore”.